L’inflazione determina un aumento dei prezzi al supermercato e dei rincari su diversi generi alimentari di prima necessità: l’analisi fa emergere questi
L’inflazione e l’aumento dei prezzi da record inquieta l’Europa e le famiglie. Il carrello della spesa diventa sempre più piccolo per i consumatori che però si trovano a pagare il prezzo di una guerra e delle sue conseguenze. In supermercato, i prezzi dei prodotti di genere alimentare e di prima necessità sembrano essere raddoppiati se non di più.
L’aumento dei costi di produzione dei cibi, delle materie prime e dell’energia stessa ha creato una reazione a catena nei confronti dei consumatori. L’inflazione alimentare, secondo le previsioni, rimarrà alta durante tutto l’inverno e i prezzi dei generi alimentari rimarranno elevati durante tutto il 2023.
Quali sono i prodotti che costano di più: lo studio condotto da Unioncamere
Unioncamere ha analizzato l’andamento dei prezzi alla produzione e all’ingrosso mettendo nel suo studio anche i prezzi del consumo. La nuova indagine in collaborazione con BMTI e REF Ricerche, mostra come la forte inflazione che si sta verificando riguardi molti generi di prima necessità e alimentari.
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Tra i prodotti aumentati durante il mese di settembre vengono evidenziati alcuni in particolare, tra i più consumati dalle famiglie: il tonno all’olio di oliva, con un aumento del 6,1%, la carne in scatola, aumentata del 5,1%, la birra nazionale +4,8%, i biscotti +4,0% . L’incremento valutato da Unioncamere “prospetta una crescita dei prezzi pagati dalle Centrali di Acquisto della GDO all’industria alimentare del +2,2% nel bimestre ottobre-novembre, portando così i prezzi su di un livello atteso pari al +16,6%, rispetto allo stesso bimestre del 2021”, come riporta GreenMe.
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Le previsioni per i mesi di ottobre e novembre, ancora in corso, sono in aumento maggiore e riguarderebbero i seguenti prodotti: olio extravergine di oliva, in aumento dell’8,2% a causa anche di problemi produttivi che prospettano un’annata scarsa per l’olio, il tonno all’olio di oliva, la birra nazionale +7,3% e la carne in scatola +6,7%.