Se vogliamo un futuro più green dobbiamo partire dalle nostre scelte individuali: su questo principio si basa la filosofia di una surfista che ha detto stop all’inquinamento.
Il surf è uno degli sport che mettono più in contatto con la natura: la ricerca dell’onda perfetta si basa infatti sulla conoscenza approfondita di mari e oceani e il rispetto verso questi ultimi non può mancare. Ma non sempre chi pratica surf riesce a mettere in atto questa filosofia di vita. Alcuni grandi brand produttori di tavole e mute da surf, per esempio, fanno ricorso a resine e materiali inquinanti.
Si stima infatti che il processo di produzione di una tavola da surf classica possa arrivare a immettere nell’atmosfera fino a 250 chilogrammi di CO2. Le mute in neoprene, invece, sono responsabili di inquinamento da microplastiche nei mari. Per questa ragione effettuare scelte individuali che dicano stop all’inquinamento è il primo passo verso cambiamenti importanti. Un’idea può essere quella di impartire lezioni di educazione ambientale a chiunque si approcci alla tavola da surf, come proposto dall’istruttore Carly Stoenner laureato in scienze ambientali.
Su una filosofia simile si basa anche la condotta della campionessa di surf britannica Lucy Campbell. In un’intervista rilasciata per la BBC, infatti, la sportiva ha dichiarato di rifiutare le sponsorizzazioni di aziende che non si impegnano per l’ambiente. Anche se rinunciare ai grandi contributi in denaro offerti dai marchi più celebri non è facile, ha raccontato, portare avanti questa decisione sul lungo termine non può che essere di beneficio, sia per noi stessi che per l’ambiente.
Campbell ha poi parlato degli spostamenti internazionali a cui spesso gli sportivi devono ricorrere per poter partecipare alle gare che si tengono in tutto il mondo. Anche questi contribuiscono all’immissione di gas serra nell’atmosfera, per questo Campbell ha spiegato di essere solita compensare le proprie emissioni in seguito ai viaggi.
La buona notizia, in questo senso, è che molte aziende di questo settore sportivo stanno portando avanti ricerca e sviluppo sostenibili. Molte hanno donato ingenti somme da destinare alle organizzazioni ambientaliste, altri brand hanno investito e stanno investendo su materiali sostenibili e pratiche di riciclo, sensibilizzando rispetto all’abbandono delle tavole e delle mute che ogni anno finiscono in discarica.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…