Volete cimentarvi nella coltivazione del susino? Allora date un’occhiata a quali sono le cose di cui bisogna tenere conto per riuscire nell’impresa.
Avete mai sentito parlare del susino? Si tratta di una pianta conosciuta maggiormente con il nome di prugno. I suoi frutti, chiamati susine o prugne, sono molto tondi e molto buoni. Ma vi siete mai chiesti se fosse facile coltivare un susino? Come per tutte le cose, anche in questo caso, bisogna procedere con criterio e conoscere bene le caratteristiche della pianta per evitare di rovinarla e fare un buco nell’acqua che renda inutile ogni fatica.
Prima di procedere con i consigli pratici, sappiate che questa pianta ha origine dalla zona caucasica ed è stata portata in Europa dai cavalieri della prima Crociata. Ma non perdiamo altro tempo e andiamo a scoprire più nel dettaglio qual è il concime più adatto per questa pianta. Tutto quello che c’è da sapere per aiutare la pianta a crescere forte e rigogliosa con una produzione soddisfacente,
Per il susino la concimazione è molto importante perché consente di assicurarsi dei frutti di qualità. Un susino può garantire una produzione molto varia che può superare anche le 40 ton/ha. Per far sì che la pianta “lavori bene” bisogna assicurarle anche la giusta concimazione.
L’elemento più importante per fare una buona concimazione è l’azoto. Ma non solo. Rivestono una certa importanza anche il potassio e l’azoto che vanno somministrati soprattutto nel periodo autunnale. Spesso e volentieri si ricorre alla fertirrigazione che consente di dilazionare il concime.
Anche l’irrigazione, poi, ha la sua importanza. Ogni susino ha delle esigenze proprie. L’innaffiatura è sempre importante ma, in modo particolare, lo diventa quando la pianta è in fase iniziale, per favorire il suo sviluppo. L’irrigazione, nella fase iniziale, riveste un ruolo importante anche per agevolare l’attecchimento e lo sviluppo delle piante più giovani. La fertirrigazione, comunque, rappresenta un metodo molto efficace che può semplificare di molto le cose.
Attenzione anche a non esagerare con l’eccesso di salinità in seguito alla soluzione nutritiva che è stata erogata: ricordate che la conducibilità non deve essere più alta di 1,4 mS/cm. In quanto al ph, meglio che si attesti sotto i 6,5. Mettendo in pratica tutti questi accorgimenti, non dovrebbe essere complicato riuscire nell’impresa.
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