“Rischiamo una pesante svalutazione del patrimonio immobiliare italiano”: la viceministra all’Ambiente Vannia Gava lancia l’avvertimento.
Alla scuola di alta formazione organizzata da FareAmbiente era presente anche la viceministra all’Ambiente Vannia Gava. È stata quest’ultima a fare il punto della situazione rispetto alla tematica della transizione ecologica ed energetica. Un ambito su cui, ha ribadito la politica, sarebbero stati compiuti notevoli passi avanti. Non abbastanza, tuttavia, da garantire la tutela del patrimonio immobiliare italiano.
Un patrimonio che, stando alle parole di Gava, rischia di essere svalutato per circa il 70%. Una percentuale che in un Paese come il nostro, dove la stragrande maggioranza delle famiglie è proprietaria di un immobile, non potrebbe non allarmare.
Al netto di importanti risultati conseguiti in materia di circolarità e decarbonizzazione, la viceministra ha ribadito l’impellente necessità di conciliare gli obiettivi italiani con quelli di Ue e Stati membri, dai quali ci si aspetta anche supporto finanziario per “riqualificare il patrimonio immobiliare“. Approfondiamo i dettagli dell’incontro, cercando di sviscerare traguardi e criticità della sfida energetica.
Transizione energetica: bene circolarità e decarbonizzazione grazie ai fondi del Pnrr
Il Governo, stando alle parole che Vannia Gava ha pronunciato durante la scuola di alta formazione di FareAmbiente, può ritenersi soddisfatto di questa prima annata di lavori su tematiche quali la transizione energetica ed ecologica.
In dirittura d’arrivo obiettivi quali le comunità energetiche, le aree idonee e il decreto Fer. Fondamentale, come ribadito dalla viceministra, il contributo del tessuto imprenditoriale italiano, che in molte occasioni è persino riuscito ad “anticipare gli obiettivi su molteplici fronti“.
Circolarità e decarbonizzazione, nello specifico, sono gli ambiti in cui si sono raggiunti i maggiori risultati. Grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr, ha confermato Gava, si punta a “migliorare la rete impiantistica di trattamento dei rifiuti e finanziare progetti innovativi per il riciclo di plastiche, Raee e cartone“.
Grazie alla nuova Strategia nazionale, inoltre, il Governo mira ad offrire un concreto sostegno alle aziende, riducendo gli oneri amministrativi ed incentivando l’utilizzo di materie prime seconde e di materiali riciclati.
Quanto alla decarbonizzazione, la viceministra ha sottolineato la forte spinta impressa da Palazzo Chigi in materia di biocarburanti – come il biometano -, nonché gli aiuti messi in campo per sostenerne la produzione. In aggiunta a ciò, è in arrivo una somma di ben 200 milioni di euro per finanziare la conversione delle ex raffinerie in bioraffinerie.
Eppure, come emerso in occasione dell’evento di FareAmbiente, altrettanti sarebbero i punti interrogativi e le criticità che la transizione green porta con sé, specie in materia di immobili. Gli obiettivi che l’Ue si è data per il 2030 – e che includono interventi di adeguamento energetico negli edifici – sono la vera spada di Damocle che grava sugli italiani.
Vannia Gava sulle direttive Ue: “Rischiamo una pesante svalutazione del nostro patrimonio”
L’Ue ha parlato chiaro. Entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno ottenere la classe energetica E, mentre il 2033 è il termine ultimo in cui adeguarsi alla classe energetica D.
Così facendo si raggiungerebbe l’obiettivo zero emissioni entro il 2050: questo è quanto riporta il quotidiano La Nazione. Eppure, come sottolineato da Vannia Gava, scadenze di questo tipo rischierebbero di condurre ad una pesante svalutazione del patrimonio immobiliare italiano.
Nel Bel Paese, dove il 70% delle famiglie è proprietario dell’immobile in cui vive, si andrebbe incontro ad una contrazione del mercato di credito, con annesse problematiche quali il blocco degli affitti e delle compravendite. Uno scenario che il Governo, come sottolineato dalla viceministra, ha tutta l’intenzione di sottoporre al tavolo Ue.
“Al negoziato portiamo una proposta pragmatica per conciliare obiettivi, tempi giusti e soprattutto sostegno finanziario da parte degli Stati membri e dell’Ue“: questa la promessa di Gava.
Diversificare le fonti energetiche: qual è l’approccio al nucleare?
La necessità di diversificare le fonti energetiche passa anche attraverso la riflessione sul nucleare. Mentre l’ipotesi di una centrale attiva a Milano nel giro di dieci anni non sembrerebbe più essere mera utopia, le dichiarazioni della viceministra hanno contribuito a far luce sulla questione.
Per garantire l’efficientamento del sistema energetico, ha osservato Gava, è impossibile non ragionare di nucleare. Tuttavia, la suddetta questione dovrà essere affrontata senza isterie, “ma con la consapevolezza delle opportunità di sviluppo che la ricerca scientifica e tecnologica oggi ci offrono“.
Allo stato attuale, l’intento parrebbe essere quello di mappare le potenzialità dell’Italia, così da comprendere se il nucleare possa davvero rappresentare la nuova frontiera in termini energetici.