[galleria id=”1677″]A Taranto si è verificato uno sversamento in mare di gasolio. Il tutto è accaduto in seguito ad un blackout che ha interessato la raffineria della città. Nel canale A dell’Eni è visibile del materiale grigiastro. Anche la Capitaneria di Porto ha confermato la notizia, anche se però ha ridimensionato il danno.
Le autorità hanno fatto sapere che la chiazza non si è dispersa al largo, ma si trova sotto costa e quindi la situazione sarebbe perfettamente sotto controllo. Non si sa ancora di che natura precisamente sia il materiale in mare: molto probabilmente si tratta di prodotto idrocarburico. Gli esperti dell’Arpa si sono già attivati, per prelevare dei campioni da analizzare. Per il momento il moto ondoso spinge il materiale inquinante immediatamente a ridosso della riva, per cui la macchia di idrocarburi appare contenuta.
Tra l’altro il vento è riuscito a migliorare le condizioni che ridimensionano la sostanza sversata. E’ stato proprio il vento, infatti, a compattarla e in questa maniera si sono potute utilizzare delle panne oleoassorbenti della lunghezza di circa 70 metri, in modo da limitarne la portata. Il disastro ambientale potrebbe avere proporzioni più grandi. Tra l’altro anche l’aria risulta irrespirabile per tutte quelle imbarcazioni che si avvicinano al porto.
Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha deciso di presentare una denuncia presso la Procura di Taranto. A quanto pare, infatti, non sarebbero state attivate le apposite centraline previste per il monitoraggio. Secondo ciò che ha riferito Bonelli, il blocco dell’energia elettrica nello stabilimento ha determinato l’addensarsi di fumi neri nel quartiere Tamburi, quello a ridosso dell’Ilva, una zona che già risente molto della situazione pesante che si sta determinando a livello ambientale.
Sulla superficie del mare si nota un fenomeno di iridescenza. Dall’Eni hanno spiegato che questo problema sarebbe stato determinato dal blocco dell’elettricità a causa delle pessime condizioni meteo che si sono registrate. A causa del blackout i tubi sono andati in pressione e hanno liberato il liquido nocivo. La Capitaneria di Porto ha, comunque, fatto sapere che non si può definire la situazione grave, se prima non si avranno i risultati delle analisi condotte dall’Arpa sulla marea nera dispersa in mare.
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