Nei giorni scorsi, uno sversamento di liquami ha inquinato il fiume Esimo nei pressi di Serra San Quirico, in provincia di Ancona.
I livelli di inquinamento nel nostro Paese preoccupano gli ambientalisti e gli esperti del settore che si stanno impegnando per arrivare a delle soluzioni che possano tutelare l’ambiente per il bene del Pianeta e dell’umanità.
Numerose sono le segnalazioni che arrivano alle associazioni o attraverso i social network di eventi legati all’inquinamento. L’ultima è arrivata nei giorni scorsi da Serra San Quirico, in provincia di Ancona, dove è stato lanciato l’allarme per uno sversamento nel fiume Esino. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e gli uomini dell’Arpam (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).
Uno sversamento di liquami è stato segnalato nelle acque del fiume Esino, all’altezza di Serra San Quirico, piccolo centro della provincia di Ancona. L’allarme sarebbe stato lanciato da alcuni cittadini nella mattinata di giovedì 11 maggio quando hanno notato le acque sporche da cui proveniva anche un odore molto forte.
Come riportano alcune testate locali ed i colleghi de Il Corriere Adriatico, dopo la segnalazione sono intervenuti sul posto i tecnici dell’Arpam ed i carabinieri forestali che si sono occupati di frenare il versamento inquinante ed accertare la sua natura.
Al momento l’ipotesi è quello che possa trattarsi di materiale di natura organica, forse derivante da allevamenti di animali. I militari dell’Arma avrebbero anche individuato il presunto responsabile.
Su quanto accaduto è intervenuta la sezione Wwf di Ancona e Macerata che ha spiegato come si tratti dell’ennesimo evento inquinante ai danni del corso d’acqua marchigiano, la cui situazione non sarebbe delle migliori considerato che si sarebbe già registrato un significativo calo dei pesci presenti al suo interno e addirittura la scomparsa di alcune specie tipiche del fiume. A rilevarlo Riserva Ripa Bianca e Arpam.
Per questa ragione, l’associazione ambientalista, riporta Il Corriere Adriatico, ha chiesto alle autorità competenti di condurre un’analisi certosina per capire quali possano essere le conseguenze di quanto avvenuto giovedì quantificando il danno biologico. Infine, è stata richiesta la riapertura del Contratto di fiume Esino ed una attività di monitoraggio dei potenziali inquinanti per il corso d’acqua.
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