Che la Cina sia la nazione maggiormente emergente (anche) nei comparti delle energie rinnovabili è ben noto. Ma siccome le constatazioni più o meno ufficiali fanno sempre piacere, dalle parti di Pechino avranno sicuramente apprezzato il recente intervento delle la Commissione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, secondo cui il Paese asiatico avrebbe distanziato Stati Uniti ed Europea lungo la strada di uno sviluppo maggiormente ecocompatibile, sviluppando un percorso di crescita economica a basso ricorso di risorse energetiche inquinanti, e con ampio utilizzo di quelle alternative e pulite.
Utilizzando termini più enfatici, Christiana Figueres, responsabile della convenzione che le Nazioni Unite stanno portando avanti per coinvolgere il Pianeta lungo le vie di crescita ecosostenibile, ha dichiarato che la Cina distanzierà presto le altre principali economie internazionali, “lasciandole nella polvere”, e vincendo in tal modo “la gara allo sviluppo di un’economia pulita”.
Nel corso dello scorso ultimo anno la Cina ha investito nello sviluppo di energie a basso contenuto di carbonio il 30% in più di quanto non avesse fatto nell’esercizio precedente, per un volume di impieghi che ha toccato i 51,1 miliardi di dollari, e battendo così ogni record di investimento per sul fronte internazionale.
Non solo: secondo uno studio condotto da Ernst & Young, nel mese di settembre la Cina ha, per la prima volta, superato gli Stati Uniti in qualità di Paese più attraente per ospitare progetti ad energia rinnovabile.
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