Anche la cucina può favorire lo sviluppo sostenibile: non stiamo parlando -in questo caso- di eco design, bensì proprio dell’attività di cucinare manicaretti e simili nel pieno rispetto dell’ambiente. Qualche accorgimento in merito torna sempre utile, anche perché con qualche consiglio di consumo critico è possibile anche risparmiare un po’. Sapete, ad esempio, se il vostro forno è adatto alle vostre esigenze? Oppure… le pentole di coccio o di rame sono valide proposte per cucinare oppure è meglio evitarle? Quali sono i consumi che potete tagliare per migliorare il vostro budget casalingo, arrivando perfino a guadagnarne in qualità? Questa semplice guida mira proprio a fare un po’ di chiarezza e a sgombrare il campo dai dubbi.
Il coccio, il rame e la terracotta non sono, in realtà, tra i tegami più ecocompatibili attualmente in commercio. Il motivo è semplice da spiegare: pur dall’apparenza naturale, in realtà questi contenitori sono rivestiti di alcune sostanze che, quando arrivano ad elevate temperature (necessarie per cucinare il cibo), diventano tossiche per gli esseri umani.
Per evitare questo le soluzioni migliori sono quelle di utilizzare la pietra refrattaria piuttosto che le nuove padelle antiaderenti, oppure anche sceglie di cucinare con la vaporiera -un sistema di cottura funzionale e salutare-.
Le pentole di terracotta naturale, ovvero pietra refrattaria e terra rossa, assicurano una cottura uniforme evitandovi l’utilizzo di grassi come burro e olio, mantenendo inalterati i sapori. Il loro utilizzo è semplicissimo: basta immergerle per qualche ora in acqua, prima di adoperarle per la prima volta. Successivamente, l’ideale sarebbe bagnarle per una manciata di minuti: questo consente di ottenere un miglior grado di cottura e la sicurezza dell’antiaderenza. Oltre a questi vantaggi va considerata la loro resistenza e sicurezza, e il fatto che il costo superiore ad altri prodotti è facilmente ammortizzabile con un minor dispendio di calore.
Le pentole di pietra ollare, invece, sono perfette anche come scalda vivande e sono così funzionali da poter essere portate direttamente dal fuoco alla tavola, diventando così da pentole per cucinare a veri e propri piatti di portata senza dover impiegare altre stoviglie e tagliando quindi anche i costi del lavaggio.
E le classiche padelle con quel rivestimento nero antiaderente? Decisamente meglio buttarle! È risaputo infatti che il Teflon (proprio il rivestimento di cui sopra) è realizzato con l’acido perfluoroctanoico, dalla tossicità dimostrata e dimostrabile per gli esseri umani e anche a livello di impatto ambientale. A tale proposito vengono dunque in soccorso le padelle atossiche ed ecologiche, come quelle in alluminio riciclato che sono prive di Teflon ma dalla resa pari se non maggiore, dato che hanno anche una longevità maggiore.
Per restare nel tema della piena ecocompatibilità qualche proposta utile di cucina naturale può venire dall’idea di cuocere e lavare con le piante oppure scegliere di cucinare con la lavastoviglie, il vero nuovo trend del momento!
photo: pippotorre
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