La grandine è uno dei fenomeni atmosferici che più preoccupa molte Regioni italiane, anche per i danni improvvisi e imprevisti: ma come si forma e come è fatto un chicco.
La scorsa estate, in Italia, per ben due volte è stato superato un record, quello del chicco di grandine più grande che si sia mai visto in Europa. Infatti, un enorme blocco di grandine da 19 centimetri di diametro è caduto ad Azzano Decimo, in provincia di Pordenone. Praticamente un sasso. Appena qualche giorno prima, a Carmignano di Brenta, era stato stabilito il record europeo. Ma come si forma la grandine e cosa c’è nel chicco?
Chiaramente, si tratta di chicchi di dimensioni tali da poter danneggiare anche un aereo, ma al contempo di fenomeni davvero rari, sebbene sempre più frequenti. Si tratta di un fenomeno atmosferico prevalentemente estivo e che può durare dai pochi minuti a mezz’ora circa, ma di questo parleremo a breve. A noi interessa sottolineare che appunto i chicchi di grandine non sono per fortuna sempre di quelle dimensioni.
In media, un chicco ha un diametro intorno al centimetro, ma a volte possono essere più grandi: in Svizzera, dove le grandinate estive sono molto frequenti, si arriva a circa due centimetri di diametro. Raramente assistiamo a fenomeni in cui i chicchi raggiungono il diametro di una pallina da ping pong e ancora più raramente quello di una pallina da tennis, intorno ai 10 centimetri.
Sarebbe buon uso, soprattutto visto che negli ultimi tempi questi fenomeni sono sempre più frequenti, anche pensare a delle assicurazioni ad hoc contro le grandinate, al tempo stesso si dovrebbe anche pensare a come preservare le coltivazioni dai danni. Quello che avviene negli ultimi anni, complici i cambiamenti climatici, sono delle vere e proprie tempeste di ghiaccio che si abbattono sull’Europa.
Va sottolineato come questo sia un fenomeno atmosferico difficile da studiare a causa della sua natura rapida, ma anche di una estensione territoriale che non è assolutamente elevata. Si crea la grandine perché correnti ascensionali calde e umide si spingono verso le parti fredde delle nubi temporalesche, i cumulonembi: di fatto, l’acqua che si crea si trasforma in cristalli di ghiaccio, ovvero i chicchi di grandine.
L’Italia è tra i Paesi europei più colpiti dalle grandinate ed è un fenomeno davvero sempre più preoccupante: i chicchi giganti che si formano in estate sono triplicati nell’ultimo mezzo secolo e in generale questo fenomeno è aumentato del 30% in un decennio, nell’intero bacino del Mediterraneo.
La domanda è: ma come mai questi chicchi di grandine sono sempre più di dimensioni giganti? Si tratta di un fenomeno complesso e che esemplificato può essere paragonato a una sorta di sali e scendi da parte di questi chicchi di grandine. In buona sostanza, quando correnti ascendenti molto forti sollevano la grandine a quote elevate, questa si ingrandisce.
Durante la risalita, il chicco di grandine accumula uno strato d’acqua, che raggiunge quote più alte, per poi congelarsi nuovamente e stratificarsi. Il fenomeno può verificarsi diverse volte prima che il chicco arrivi a terra e così si creano quelle grandinate giganti con palle di ghiaccio di diversi centimetri di diametro. Si spiega in questo modo, ovvero con la stratificazione dei chicchi, quella conformazione a cipolla.
A nessuno di noi sarà capitato di soffermarsi a guardare un chicco di grandine e magari a provare a sezionarlo: quello che sarebbe emerso chi avrebbe probabilmente stupito. Si possono infatti notare zone più opache o trasparenti a seconda della presenza di bollicine d’aria al loro interno. Il ghiaccio trasparente, privo di bollicine d’aria, si forma quando l’acqua nelle nuvole è particolarmente pura.
Quest’acqua proviene dall’evaporazione di acque superficiali come fiumi e laghi e si tratta di una particolare condizione in cui l’acqua sottoraffreddata attorno ai chicchi congela lentamente. Questo permette dunque alle bollicine d’acqua di sfuggire e il ghiaccio è trasparente. Se invece è opaco, l’acqua contiene impurità, come sali e particelle di sabbia.
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