La tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo, la Caretta caretta, è fortemente minacciata a causa di catture accidentali, dell’ingestione accidentale di plastica, del traffico nautico e del disturbo provocato dal turismo balneare durante il periodo di deposizione e schiusa delle uova. Nella nostra penisola i siti di nidificazione di questa specie, considerata in pericolo di estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura, sono distribuiti lungo le coste di Toscana, Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sardegna, Basilicata e Veneto.
Nonostante le minacce, il 2021 è stato un anno da record per quanto riguarda le nascite di tartarughe marine e, secondo le stime delle associazioni che si occupano della salvaguardia di questi animali, saranno almeno 6.000 le nascite totali alla fine di questa stagione. Migliaia di giovanissimi esemplari che alla schiusa delle uova, dopo due mesi di incubazione, sono riusciti a farsi largo tra i granelli di sabbia e a raggiungere il mare in tutta sicurezza, grazie all’attività degli esperti e dei volontari che si occupano della loro tutela.
Un esempio emblematico del successo degli sforzi fatti per proteggere questa specie è quanto accaduto lungo il litorale romano di Castelporziano: qui, dove finora si erano registrati solo casi di deposizione delle uova, negli ultimi mesi sono nate per la prima volta decine di tartarughe.
L’incremento delle nascite è un aspetto che è fortemente legato all’aumento dei nidi presenti nella regione. Quest’anno sono stati 9 i nidi lungo le coste laziali, tre in più rispetto allo scorso anno. Il dato acquista ancor più valore se si pensa che fino al 2016 non erano stati segnalati siti di nidificazione in tutto il territorio regionale.
Sono centinaia le tartarughe che hanno preso il largo partendo dalle coste laziali, considerando anche le schiuse osservate nei nidi di Terracina e Sabaudia. “È una bella notizia che dimostra l’impegno della Regione Lazio per la conservazione e la tutela del nostro ecosistema” ha dichiarato nelle scorse settimane il presidente Zingaretti, esprimendo tutta la sua soddisfazione.
L’annata da record registrata in tutta Italia, oltre a rendere tangibile l’impegno dei volontari e i miglioramenti nella gestione e nella tutela di una specie a rischio come Caretta caretta, impone una considerazione importante: questi animali non si erano mai spinti così a nord per nidificare. Un aspetto, quest’ultimo, strettamente collegato al riscaldamento globale.
Infatti, secondo Tartalazio, la Rete regionale del Lazio per il recupero, il soccorso, l’affidamento e la gestione delle tartarughe marine, l’aumento dei nidi in tutto il territorio laziale avvenuto negli ultimi anni testimonia “il drammatico innalzamento delle temperature delle acque marine innescato dai cambiamenti climatici che ha portato questi animali a spingersi sempre più a nord in cerca di spiagge da colonizzare”.
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