Si parla della convivenza forzata all’interno degli acquari. Chi ha la passione nel comporli, deve stare attento ad unire pesci tropicali e tartarughe d’acqua dolce.
Ci sono numerose persone che hanno la passione per la composizione dell’acquario. Così acquistarlo, decorarlo, inserire all’interno i pesci dai colori più sgargianti diventa un hobby oltre che un divertimento. Senza dubbio l’acquario conferisce originalità alla casa, ma si deve in prima battuta tutelare il benessere animale. Anche se alcuni pesci non fanno parte delle categorie protette e per questo motivo possono essere esportati ed acquistati, ciò non significa che non gli si debba conferire tutto il rispetto che meritano. Stesso discorso per le tartarughe.
Le tartarughe di acqua dolce sono anche chiamate le tartarughe americane data la provenienza statunitense. Sono dimensioni ridotte e vivono preferibilmente in prossimità di acque dolci quali laghi o fiumi. Anche l’accoppiamento avviene in acqua. Passano sott’acqua buona parte della giornata, ad eccezione delle ore di sole, nelle quali escono per riscaldarsi, come tutti gli altri rettili.
Ora, chi nell’acquario vuole inserire sia pesci tropicali che tartarughe, deve stare molto attento. La convivenza è possibile ma non è affatto semplice. Specialmente nelle vasche di medie dimensioni. Senza dubbio per cominciare serve una vasca maxi. Anche se le tartarughe non hanno grandi dimensioni necessitano almeno di 80-100 litri ciascuna. Ed a questa cifra si deve aggiungere lo spazio per i pesci.
Mettendo insieme tartarughe e pesci si rischia grosso. Anche se i rettili non si nutrono di pesci, quelli piccoli e tropicali rischiano di ricevere morsi dalle tartarughe e dunque di ferirsi durante gli scontri. Al contrario, se nell’acquario si hanno pesci predatori, come l’arowana e L’Astronotus ocellatus sono le tartarughe ad essere in pericolo di vita. Per questo è bene scegliere una vasca che abbia almeno 1.500 – 2mila litri.
In generale la convivenza tra pesci tropicali e tartarughe è possibile ma piuttosto difficile. Si rischia che le specie entrino in conflitto fra di loro, sia per il cibo che soprattutto per lo spazio ed il territorio. Condizione che si acuisce nei periodi riproduttivi.
Siamo partiti dalla questione della convivenza in acquario di tartarughe di acqua dolce e pesci tropicali. Si deve partire dal presupposto che queste specie difficilmente in libertà si troveranno a distanza ravvicinata per così tanto tempo. Per cui già il tentativo in sé rappresenta una distorsione. E poi perché costringere degli animali a vagare in uno spazio ristretto per tutta la vita? Specialmente quando la finalità umana si riduce allo scopo ludico. Sostanzialmente la questione si riduce alla domanda principale, che difficilmente trova risposta sensata: perché?
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