Non è un segreto che la temperatura mondiale sia in aumento, a dimostrarlo anche le temperature del Mediterraneo rilevate dai satelliti.
L’emergenza climatica che dobbiamo affrontare non è uno scherzo: dalla siccità alle alluvioni, dai disastri ambientali sempre più frequenti all’aumento della temperatura mondiale, gli esperti sono concordi nell’affermare che il punto di non ritorno è vicino, se non prendiamo provvedimenti seri al più presto. Finora la temperatura superficiale di mari e oceani, rilevata da satelliti, ma anche navi e boe sparse in tutti il mondo, era stata calmierata da un fenomeno atmosferico noto come La Niña.
Ma ben presto la rotta potrebbe invertirsi e l’entrata in scena di El Niño, controparte calda della Niña, potrebbe comportare un aumento delle temperature superficiali dei mari, con conseguenze climatiche a cascata in tutto il pianeta. Stando ai dati raccolti dai satelliti europei Copernicus, infatti, le temperature del Mediterraneo sono aumentate di ben 3 gradi rispetto ai dati di riferimento per il mese di aprile.
Temperature del Mediterraneo in aumento di 3 gradi: andrà sempre peggio
La Niña, che tendeva ad abbassare le temperature anche di 3 – 5 gradi, entro la fine dell’anno andrà ad esaurirsi. E a sostituirla potrebbe subentrare un fenomeno climatico uguale e contrario dalle conseguenze catastrofiche. Ma non solo, poiché anche l’Agenzia nazionale americana per gli oceani e l’atmosfera (Noaa) ha confermato lo stesso trend per gli oceani, la cui temperatura è arrivata a 21,1 gradi, battendo il record di 20 gradi risalente al 2016.
Secondo Mike McPhaden della Noaa, “questo prolungato periodo di freddo stava abbassando le temperature superficiali medie globali di mari e oceani. Ora che è finito probabilmente vedremo arrivare il segnale del cambiamento climatico forte e chiaro“. In generale inquinamento, emissioni di gas serra e uso smodato delle risorse energetiche stanno devastando l’equilibrio del pianeta.
Emergenza climatica: bisogna agire al più presto
In alcune zone del mondo i fiumi si stanno prosciugando, ad esempio il Tigri e l’Eufrate, più di 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, con conseguenze disastrose sulla salute degli individui. Il tasso di mortalità dovuto a disastri ambientali, nel corso degli ultimi anni, è aumentato di 15 volte e la situazione è destinata a peggiorare se non prenderemo contromisure alla svelta.