Alcuni studi hanno dimostrato che nel Medioevo c’è stata un’ondata di calore in Europa. Quali sono i collegamenti con l’odierno riscaldamento globale?
In seno alla comunità scientifica attuale esiste una controversia chiamata “della mazza da hockey“. Disputa sulle origini del surriscaldamento globale odierno. La tesi di maggioranza è che l’attività antropica abbia ampiamente inciso sull’innalzamento delle temperature, e che si debba intervenire urgentemente per far retrocedere il progressivo aumento delle temperature. Le evidenze scientifiche dell’incidenza dei gas climalteranti sull’effetto serra non sono in discussione in questa sede. Dall’altra parte della “mazza da hockey” esiste un numero più ristretto di studiosi i quali sostengono che il caldo attuale non sia una deriva provocata dall’intervento umano sulla natura, ma un naturale ciclo di caldo – freddo, che ha uno storico piuttosto importante.
In particolare, l’ipotesi dei negazionisti è suffragata dalle analisi del “periodo caldo medievale“, a cui è seguito, intorno al XIII secolo, un periodo molto freddo. Gli studiosi evidenziano che le temperature erano tali da far coltivare grano in Groenlandia e la vite in Inghilterra. E questa è un’evidenza scientifica. L’interpretazione della stessa è altra cosa.
Si tratta di un arco di tempo durato circa due secoli, nel quale in Europa la temperatura era piuttosto alta, al punto da modificare le coltivazioni ed aumentare l’indice demografico, dato che il freddo foraggia le carestie. Allo stesso tempo però si sono presentate diverse specie di zanzare, che hanno portato un’epidemia di malaria.
Il professor Luthi, dell’Università di Zurigo, ha evidenziato quanto l’estensione dei ghiacciai tra l’XI ed il XIII secolo fosse pari o addirittura inferiore a quella attuale. Per cui, sostenuto da una minoranza di persone, è arrivato alla conclusione che anche nel Medioevo ci fosse stato un riscaldamento globale.
La trappola scientifica e linguistica, è proprio nella parola ‘globale‘. Questa tesi andrebbe pericolosamente a foraggiare le idee dei negazionisti e di coloro che non attribuiscono all’attività umana e dunque alla produzione di gas climalteranti ed alla devastazione delle foreste il motivo principale del cambiamento climatico. Infatti nessuno nega che in Europa il Medioevo abbia incontrato un periodo di caldo, ma non ci sono evidenze che questo fenomeno si sia esteso al livello globale, come invece accade oggi. L’ONU stessa ha smentito queste affermazioni. Si consiglia vivamente di non dare troppo credito a teorie di prima impronta solo per seguire un pensiero non mainstream.
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