Le terre agricole sono in aumento. Oltre i limiti consentiti. E questo mette a rischio biodiversità ed ecosistema. I dati e le rilevazioni
L’obiettivo della Cop 15 è stato tradito. La tutela delle terre, che considera coltivabile esclusivamente una porzione di suolo che lasci almeno il 30% delle terre emerse libere, non è stata rispettata. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Sustainibility non solo getta luce sul problema, ma mette anche in guardia contro i rischi correlati all’eccessivo suolo utilizzato per la coltivazione agricola. Il problema è che ovviamente, come succede per ogni singola questione ambientalista, gli interessi privati ed economici si frappongono tra gli obiettivi virtuosi e la loro effettiva realizzazione.
Ma qual è il problema? Le terre coltivate sono utili, anzi necessarie, per soddisfare le necessità alimentari della popolazione mondiale. Allo stesso tempo, specialmente la coltivazione intensiva, depaupera il terreno, rendendo sempre più sterile e privo di vita il suolo. Da qui un serio rischio per la biodiversità e di conseguenza per l’equilibrio dell’intero ecosistema terrestre.
I dati sull’espansione delle terre agricole
Gli studi hanno calcolato l’aumento delle terre coltivate negli ultimi 20 anni. Ed i risultati sono macroscopici. Si è calcolato che la misura è aumentata 58 volte. E questo non è privo di conseguenze. Va ad inficiare sulla porzione di terra che deve essere assolutamente tutelata per mantenere l’equilibrio ambientale. Purtroppo l’industria dell’agroalimentare ha un grande peso all’interno dell’influenza politica dei vari Paesi. In particolare dell’America meridionale e dell’Africa. Lo scambio economico ed i trattati commerciali che da esso sono conseguiti, hanno portato senza dubbio alle stime che ora si osservano con stupore.
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La coltivazione e la biodiversità
I dati che confermano l’espansione rapida delle terre coltivate mostrano anche come questo fenomeno sia particolarmente intenso in due aree specifiche del Pianeta. L’area sub sahariana e l’America meridionale, in particolare i territori del Brasile e Argentina. Ed anche il subcontinente indiano. Con la conseguenza che naturali polmoni del Pianeta vengono distrutti in nome del commercio e dello scambio con l’Occidente. La conservazione della biodiversità, a parere degli esperti, è fortemente a rischio, specialmente nelle aree con povertà diffusa, dove tutte le sostanze, compreso il suolo, vengono sottratte dai trattati commerciali.