Nelle scorse ore la innevata e ghiacciata regione degli USA è stata colpita da un fortissimo terremoto con allarme tsunami susseguente. La situazione.
Un violentissimo terremoto con allarme tsunami annesso ha sconvolto l’estrema parte nord-occidentale del continente americano. Ad essere stata colpita è stata l’Alaska, regione che è parte integrante degli Stati Uniti ma che è divisa dalla punta orientale della Russia dallo Stretto di Bering. Il sisma è stato avvertito in maniera evidente dalla popolazione locale. Quali sono le conseguenze.
L’epicentro per fortuna è avvenuto nelle acque che dividono il Mare di Bering e l’Oceano Pacifico, anche se chi si trovava sull’arcipelago delle Isole Aleutine ha vissuto dei secondi interminabili. Infatti la scossa tellurica ha avuto modo di farsi avvertire in modo inevitabilmente evidente. I dati ufficiali forniti dal locale Alaska Earthquake Center ha fornito i dati ufficiali dell’evento naturale.
Il punto di origine è stato localizzato a 106 km a sud della località di Sand Point e ha avuto una profondità di 9,3 km. Abbastanza per fare in modo che le conseguenze sulla superficie non fossero distruttive. Cosa che sarebbe senz’altro accaduta con una profondità minore e con un epicentro più vicino alla terra. Però il terremoto ha dato origine ad un allarme tsunami a sua volta, con uno spostamento importante della massa d’acqua antistante la zona in cui il movimento sismico ha avuto luogo.
l’Istituto Geofisico Statunitense (Usgs) conferma il rischio che possano manifestarsi una o più onde anomale dopo la potenza scaturita dalle profondità del pianeta. L’evento è avvenuto nella tarda serata in Alaska, alle ore 22:48 locali di sabato 15 luglio 2023. In Italia invece erano già le 08:48 del mattino di domenica 16 luglio, dal momento che vige un fuso orario di quasi mezza giornata e che corrisponde a ben dieci ore tra la stessa Alaska ed il nostro Paese. La forte scossa sismica è stata avvertita in maniera distinta sia nella penisola dell’Alaska che nelle regioni circostanti.
“Tsunami” è una parola giapponese che vuol dire nient’altro che “maremoto” e che sta ad indicare una reazione che avviene proprio nel mare a seguito di un terremoto sottomarino. Ma altre possibili fonti di origine possono essere anche delle frane oppure delle eruzioni di vulcani posti sott’acqua. Molto più raro è il suo sorgere a causa di un impatto con un corpo celeste come ad esempio un asteroide. Nel 2004 avvenne uno dei più disastrosi maremoti che la storia ricordi.
Il tutto si verificò il 26 dicembre nell’Oceano Indiano ed interesso in particolar modo l’Indonesia, finendo con il provocare 230.210 morti. Da quel fenomeno, che ebbe come epicentro la località di Banda Aceh, ebbero origine altri potenti tsunami che interessarono in misura maggiore anche Sri Lanka, India, Thailandia, Malesia, Birmania, Maldive e Bangladesh. Ma che ebbe altri effetti avvertibili a migliaia di chilometri di distanza, in Somalia, alle Seychelles, in Kenya e persino in Sudafrica. Ci fu una serie di onde alte fino a quindici metri che devastarono tutto ciò che si trovava davanti al loro percorso. Ed un altro precedente riguarda il Giappone, con un episodio avvenuto nel 2011 e che pure ebbe delle grosse conseguenze.
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