Un risveglio in piena notte di certo poco piacevole nella zona di Napoli per un terremoto registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con magnitudo 3.4
I terremoti avvengono costantemente in ogni angolo del pianeta ma se si verificano in alcune zone specifiche occorre tenere gli occhi un po’ più aperti. È per esempio quello il caso della zona dei Campi Flegrei a ridosso del Vesuvio. Ed è per questo che il terremoto che è stato registrato dallo INGV alle ore 4:28 è un attenzionato speciale.
Il monitoraggio della zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei è fondamentale, perché il gigante che domina il panorama di Napoli non è un gigante assopito per sempre. Il Vesuvio è infatti un vulcano tuttora attivo ed è per questo che l’attività sismica anche nella zona circostante viene monitorata da un team apposito. Per quello che riguarda i dati relativi al terremoto la profondità è stata registrata in 3 km dalla superficie. L’epicentro della scossa è stato invece rintracciato molto vicino a Pozzuoli, 4 km, e ad una decina di chilometri da Napoli.
Il terremoto che è stato registrato questa notte dalla sezione dedicata al monitoraggio dell’area vesuviana dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, come accennato, non è una novità per l’area né per gli scienziati che si occupano proprio di tenere sotto controllo ciò che succede sotto la superficie. Nella storia, il Vesuvio ha fatto più volte parlare di sé e non soltanto con la famosa eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano.
Si ricorda infatti anche un’altra grande esplosione e una eruzione avvenuta nel 1944. Al momento l’eruzione del 1994 è l’ultima in ordine di tempo ed è stata anche importante perché è stato il momento in cui la popolazione si è effettivamente resa conto dei pericoli di vivere a ridosso di una formazione geologica di tale portata.
Andando a controllare la lista dei terremoti, in ordine di tempo nel corso delle ultime 48 ore ci sono stati almeno sei eventi e tutti di entità piuttosto contenuta. Circa un’ora dopo il terremoto registrato a 3 km di profondità sotto la superficie dei Campi Flegrei e a 10 km da Napoli se ne è per esempio verificato un altro lungo la costa a nord orientale di Messina ma ad una profondità di ben 133 km e con una potenza di 2.3. Di nuovo, la differenza è che ciò che accade intorno a Napoli e al suo vulcano va controllato proprio perché il Vesuvio rispetto ad altri vulcani può effettivamente eruttare da un momento all’altro e provocare danni ingenti.
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