Massimo Stucchi, direttore della sezione di Milano dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia, ha dichiarato al Corriere che non c’è nessun collegamento tra le scosse che sono avvenute nel Veronese e quelle che mercoledì mattina hanno interessato il Reggiano. L’esperto ha anche spiegato in modo dettagliato il fatto che non si può parlare ancora di un vero e proprio sciame sismico, facendo notare che quest’ultimo termine è stato usato spesso anche a sproposito.
Massimo Stucchi ha dichiarato che si tratta soltanto di scosse si sono verificate in un breve lasso di tempo e che non hanno collegamenti tra di loro. Tra l’altro lo studioso ha anche rassicurato sulla questione, per ciò che riguarda la distinzione tra i due fenomeni, visto che le zone interessate appartengono ad aree sismogenetiche differenti.
La spiegazione di tutto starebbe nel fatto che la scossa che ha interessato il Reggiano si è verificata ad una profondità di 33chilometri e proprio per questo è stata avvertita in tutto il Nord Italia.
Si deve comunque precisare che ci sono stati dei precedenti che di recente hanno interessato un po’ tutta la Pianura Padana. Fra questi fenomeni possiamo ricordare quello dello scorso luglio con epicentro tra le province di Mantova e Rovigo e quello del 29 ottobre, con una scossa tra il Veneto e il Trentino.
Il terremoto a Verona
Il terremoto a Verona può essere considerato un fenomeno naturale facente parte di una serie di scosse sismiche che hanno interessato il Nord Italia. Anche a Milano le scosse di terremoto sono state avvertite dopo le 9 di questa mattina. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato nella zona di Verona una scossa di magnitudo 4.2 con epicentro in vari comuni del veronese. Ma quali sono le cause di un terremoto di questo tipo? Le spiegazioni vanno rintracciate in quei movimenti della Terra che rientrano nell’ambito della teoria della tettonica delle placche.
La causa dei terremoti secondo la tettonica delle placche
A causa di vari elementi che intervengono, come le temperature elevate e le pressioni, l’astenosfera, uno degli strati in cui è divisa la crosta terrestre, anche se allo stato solido, detiene un comportamento plastico. Quindi possiamo dire che si comporta quasi con un fluido molto viscoso, che compie movimenti significativamente rilevanti nell’ordine di milioni di anni.
Le varie zolle tettoniche che si muovono sopra l’astenosfera possono collidere, scorrere l’una accanto all’altra o allontanarsi. Tutto ciò influisce sulle trasformazioni che riguardano i continenti e gli oceani nel corso della storia della Terra.
In generale i terremoti vengono provocati da uno spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo e questo spostamento è provocato dalle forze che agiscono nella crosta terrestre, determinando la liberazione di energia.
Lo spostamento delle rocce provoca delle onde elastiche, le quali fanno avvertire il fenomeno sulla superficie della Terra.
I disastri naturali sono in aumento
In tutto il mondo disastri naturali sono in aumento. Terremoti, maremoti, catastrofi naturali, come frane e alluvioni hanno fatto registrare negli ultimi tempi danni doppi rispetto a quelli delle 2010 e addirittura triplicati rispetto ai dati relativi al 2005. Un recente rapporto elaborato dalla compagnia di assicurazione tedesca Munich Re mette in evidenza che le catastrofi naturali sono passate da 400 nel 1980 a 1.000 nel 2010.
Il nostro è un vero rispetto dell’ambiente?
Un incremento di tal genere deve portarci a riflettere se quello che manifestiamo verso il nostro pianeta è un vero rispetto dell’ambiente. È logico che non possiamo andare contro i fenomeni naturali, ma sicuramente possiamo contribuire ad una conservazione ambientale adeguata, facendo il modo della natura non si rivolti i nostri confronti. Basti pensare al dissesto idrogeologico, alla mancata salvaguardia dell’ecosistema, al non rispetto dei più comuni principi della sostenibilità ambientale.
Anche la nostra vita quotidiana è spesso caratterizzata da comportamenti che spesso non sono ecosostenibili e che portano al verificarsi di una sorta di “ribellione” della natura nostri confronti.