Che cosa provoca le condizioni estreme che hanno determinato la terribile inondazione dei giorni scorsi nella regione Marche
A pochissimi giorni dalla tragedia delle Marche i morti accertati sono 11, mentre le persone disperse sono 2. Un bilancio tragico, aggravato da danni per centinaia di milioni di euro e decine di sfollati. Giovedi tra il pomeriggio e la sera in poche ore sono caduti circa 420 millimetri di pioggia nelle zone comprese fra le province di Perugia, Ancona e Pesaro Urbino.
Secondo la Protezione civile un terzo delle piogge che cade nel corso di un anno si è abbattuta in quell’area in poche ore. In alcune zone è piovuto il doppio delle precipitazioni estive. Le conseguenza è stata l’improvviso innalzamento di fiumi e torrenti che esondando hanno travolto campagne e paesi fino a Senigallia sulla costa adriatica.
Secondo i meteorologi si sono verificate le condizioni per un temporale denominato V-shaped, cioè a forma di V e alimentato in continuazione da correnti d’aria umida. Le conseguenza è stata una quantità di pioggia che gli aridi terreni sottostanti non hanno potuto trattenere. Purtroppo le condizioni di siccità prolungata che ha colpito l’Italia e il complessivo stato di dissesto idrogeologico del territorio hanno reso drammatica la situazione.
Infatti di fronte alla questione climatica che investe ormai il Paese, caratterizzata da temperature estive altissime, in particolare del Mar Mediterraneo con diversi gradi in più rispetto alla media del periodo, si unisce un grave stato di dissenso idrogeologico. Il CNR spiega che il mare sempre più caldo è un enorme magazzino di calore in surplus causato dai gas serra con effetti sull’ambiente marino e sull’atmosfera.
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“Il mare trasferisce più calore all’atmosfera e quest’ultima non può far altro che scaricare violentemente questo surplus di energia sul territorio con piogge molto intense e venti forti. Ecco quindi che i fenomeni meteorologici possono diventare più violenti”, secondo Antonello Pasini (CNR-Istituto sull’inquinamento atmosferico). Questo stato di cose accentua il pericolo di inondazioni ed eventi drammatici come quello delle Marche.
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Inoltre la siccità prolungata di questo periodo aggrava il dissesto del territorio italiano non in grado di reggere ai cambiamenti climatici in atto. Il 38,5 per cento delle aree agricole irrigate in Italia è interessato da siccità severa od estrema, secondo il CNR. Mentre il bilancio idrico è molto secco con deficit di piogge tra il 30 e il 40 per cento. Quindi per l’alluvione delle Marche parlare esclusivamente di maltempo non solo è riduttivo, ma rinvia la presa di coscienza della gravità della situazione.
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