Conosciuto anche con il nome di tempesta Yolanda, il tifone Haiyan nel 2013 mise in ginocchio le Filippine causando un numero immane di vittime.
Maremoti, eruzioni, alluvioni e terremoti. Parlando di disastri naturali molto spesso tendiamo ad elencare solo queste tipologie di cataclismi dimenticandoci che i tifoni esprimono in modo ingente la loro furia distruttrice. Lo sanno benissimo i popoli che vivono nelle Filippine, dato che questo tipo di evento è assai assiduo. Uno dei più distruttivi avvenne il 2 Novembre 2013 e fu soprannominata Haiyan.
Il nome significa procellaria, uccello simbolo delle tempeste per le popolazioni orientali. Secondo le registrazioni degli esperti di settore, fu uno dei tifoni più forti mai annotati nella storia umana. Nelle Filippine questa tempesta tropicale prese anche il nome di Yolanda. L’evento climatico colpì anche altre tre nazioni, ovvero Cina, Micronesia e Vietnam.
I meteorologi orientali visionarono per la prima volta Yolanda il 2 Novembre 2013, quando si apprestava a far nascere la sua formazione. Nel giro di pochi giorni però aumentò sempre più d’intensità, fino al 6 Novembre quando fu classificato come tifone, il livello più alto nella scala di registrazione. In tale contesto, i venti possono superare i 240 km\h portando via con sé qualsiasi cosa che si trovi sul suo percorso. Alle 22:00 di quel 6 Novembre, Haiyan sopraggiunse nelle Filippine, più precisamente nell’isola di Mindanao.
Il giorno seguente, il cataclisma aumenta sempre più la sua forza dirigendosi verso nord e colpendo il distretto di Visayas. L’8 Novembre fu il giorno più tetro per la nazione: Yolanda colpisce in successione Guiuan, Cebu, Bantayan, Concepcion, le isole Calamian e Busuanga. Solamente il 9 Novembre, Haiyan sparisce dalle Filippine disperdendosi nel mare a settentrione.
Secondo le stime riportate da Wikipedia, l’evento climatico catastrofico provocò 6245 morti, più di 1000 dispersi e 28626 feriti. Numeri che si fanno fatica anche a leggere. I danni principali furono registrati presso i centri abitati di Visayas e nella zona di Samar. Le abitazioni colpite dal tifone sono state più di un milione e centomila, di cui più della metà completamente rase al suolo. Per portare soccorso ad una zona in cui il tasso di povertà è a livelli astronomici, l’ONU stanziò 25 milioni di dollari. Anche l’Unione Europea diede il suo contributo inviando 10 milioni di euro. Minore l’apporto del Vaticano invece, con 110 mila euro fatti giungere presso la nazione colpita.
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