L’intelligenza artificiale è ovviamente uno degli argomenti più interessanti al momento ma alcuni esperti ritengono che ci sia un rischio di estinzione per il genere umano dovuto proprio alle IA. Che significa?
Dal momento in cui qualche mese fa ChatGPT ha fatto il suo ingresso come strumento di utilizzo aperto a tutti si è spalancato un nuovo capitolo ed è iniziata tutta una nuova discussione riguardo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni. Prima di passare a leggere e a cercare di capire quali sono i rischi secondo un gruppo di esperti, esperti in cui per esempio rientrano anche il CEO stesso della società OpenAI nonché rappresentanti di Google e di Microsoft, è opportuno però fare una riflessione.
Perché con l’esplosione dei servizi come ChatGPT e similari abbiamo l’impressione che intelligenza artificiale sia in realtà disponibile solo adesso ma in realtà il vero passo avanti dei sistemi cosiddetti LLM, ovvero i Large Language Model, rispetto alle intelligenze artificiali finora disponibili è la potenza e la complessità dei compiti che ai sistemi automatizzati è potenzialmente possibile affidare.Quindi perché la discussione si è accesa solo adesso? Perché adesso la maturità della tecnologia e la sua democratica diffusione, può trasformare un avanzamento tecnologico affascinante in uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Perché l’adagio è sempre lo stesso: il problema non è la tecnologia, il problema è in mano a chi finisce.
Rischiamo l’estinzione di massa da IA, “mitigare i rischi” è una priorità globale
Su internet digitando semplicemente safe.ai si viene condotti ad un sito che si autodefinisce Centro per la Sicurezza delle Intelligenze Artificiali. Si tratta di una associazione no profit con sede a San Francisco e nella spiegazione di che cosa fa il Center for IA Safety si legge per esempio: “crediamo che l’intelligenza artificiale abbia il potenziale di portare profondi benefici al mondo” ed è questa una convinzione generale ma lo statement prosegue: “stante che possiamo svilupparla e utilizzarla in sicurezza“.
Ed è proprio su questa sicurezza che ruota tutto il nuovo appello firmato da esperti di intelligenza artificiale, giornalisti, politici di varia estrazione e tendenza. Si tratta in realtà di una frase di poche parole che però disegna uno scenario alla Robocop o sul modello di Terminator: “mitigare i rischi di estinzione dovuti alla intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale insieme agli altri rischi su scala sociale come la pandemia e la guerra nucleare“.
Associare il rischio che deriva da un utilizzo incontrollato delle IA che potrebbero portare alla estinzione di massa del genere umano alle paure della pandemia e della guerra nucleare, a loro volta tornate prepotenti alla ribalta con il covid e con il tentativo di invasione da parte della Russia del territorio ucraino, di certo rende bene l’idea di quanto possa diventare pericoloso un utilizzo non controllato e non regolamentato delle intelligenze artificiali.
Luddisti tecnologici?
Nel momento in cui, durante il XIX secolo, arrivarono le prime macchine a vapore e poi, più avanti, la catena di montaggio, qualcuno cominciò a gridare che la società era finita, che l’uomo avrebbe perso il suo lavoro e che le macchine avrebbero fatto tutto lasciando le persone povere e in pericolo. Ma nonostante le paure di quelli che sono stati poi chiamati luddisti la tecnologia, pur con tutte le sue storture e più di qualche problema, ha comunque portato ad un discreto miglioramento generale delle condizioni di vita sul pianeta. Eppure non si può non sottolineare come il progresso finora visto si sia anche trasformato, a causa di una mancanza di regole, in un problema e in un pericolo globale.
Adesso stiamo cercando, come specie, di riuscire a trovare una quadra perché il progresso tecnologico non ci porti ad un estinzione dovuta ai cambiamenti climatici e l’intelligenza artificiale potrebbe essere uno strumento molto utile. Di nuovo, quindi, i rischi di estinzione dovuti alle IA esistono in misura in cui come società globale decideremo di avere o meno delle regole: la mancanza di regole è quello che ci ha portato a cercare di combattere contro quel famoso grado e mezzo in più di temperatura media adesso, dopo decenni di inquinamento. Stavolta magari possiamo muoverci in anticipo.