La vicenda del sottomarino in visita al relitto del Titanic sta facendo scalpore in questi giorni: il veicolo è disperso nelle profondità dell’oceano.
Il Titanic è sicuramente il transatlantico più famoso di tutti i tempi: naufragato al largo della costa dell’isola canadese di Terranova nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912, nel corso di oltre un secolo non ha mai smesso di affascinare le persone. Del Titanic si diceva che fosse inaffondabile, eppure, 111 anni fa si inabissò per sempre portando con sé 1513 passeggeri.
Nel 1997 il regista James Cameron diresse il colossal Titanic, con protagonisti Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, divulgando la storia del transatlantico in tutto il mondo. E oggi sono ancora numerose le persone affascinate da quanto accadde nel 1912. Tanto che alcune di loro hanno deciso di partecipare a un tour in sottomarino in visita al Titanic. Purtroppo, però, proprio questa vicenda sta facendo scalpore in questi giorni poiché il sottomarino è ormai disperso dal 19 giugno con a bordo 5 persone.
Le autorità internazionali si sono mobilitate per la ricerca del mezzo disperso, ma l’area da controllare è estremamente vasta e anche la profondità dell’Oceano Atlantico in quel punto, quasi 4mila metri, sta rendendo difficile la ricerca. L’accaduto ha inoltre dato l’avvio a una serie di riflessioni relativamente ai tour sottomarini e all’impatto che questi potrebbero avere sull’ambiente e sulle specie ittiche.
Non è un segreto che l’inquinamento acustico di origine antropica influenzi in negativo le abitudini di pesci e mammiferi acquatici. In particolare il traffico di barche e veicoli va a creare ciò che è stata definita interruzione antropogenica, cioè l’insieme di interferenze provocate dall’uomo sul naturale dispiegamento delle onde sonore sottomarine.
É stato dimostrato, ad esempio, che la corvina, pesce che abita le acque del Mediterraneo, risenta del traffico marittimo, che ne limita gli spostamenti verticali portandola a scendere in profondità per allontanarsi dai rumori. Anche i delfini modificano la velocità media dei loro spostamenti, riducendo le soste, utili ad alimentare la loro socialità. L’inquinamento acustico, inoltre, ha grande influenza anche su eventi quali lo spiaggiamento di capodogli e altri cetacei, divenuti ormai sempre più frequenti.
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