Il nostro consumo di tonno in scatola, specialmente in estate, aumenta: ma come leggere l’etichetta nel modo giusto per compiere scelte più sostenibili?
Chi ha scelto di seguire un regime alimentare vegetariano o vegano ha rinunciato a carne e pesce e, nel secondo caso, anche a tutti i prodotti derivati da animali, ad esempio uova e formaggi. A concorrere a queste scelte vi sono ragioni etiche, salutistiche o ambientali. Ci basti pensare che i regimi alimentari plant based (quindi vegani) sono i meno impattanti da un punto di vista ambientale.
In altri casi gli individui prediligono diete vegane e vegetariane nel rispetto degli animali, ma non sempre è facile rinunciare a carne e derivati. Per questa ragione molti preferiscono ridurre il consumo di carne, oppure eliminare la carne animale per poi continuare a mangiare il pesce: in questi casi si parla di alimentazione pescetariana.
Ma chi l’ha detto che, pur mangiando pesce, non possiamo attuare scelte etiche in fase di acquisto del pesce? Poniamo l’esempio del tonno e in particolare del tonno in scatola. Soprattutto in estate il consumo di questo alimento aumenta drasticamente, complici ricette quali la classica insalata di riso oppure un piatto fresco come la pasta fredda tonno e limone.
Ebbene, quando scegliamo quale tonno comprare possiamo tenere in considerazione i seguenti fattori:
Infine possiamo considerare anche fattori che sono strettamente connessi con la salute, ad esempio prodotti con contenuto di sodio ridotto, tonno in scatola al naturale o conservato in olio di oliva. Ponendo attenzione al peso sgocciolato del prodotto potremo inoltre scegliere quello più conveniente da un punto di vista economico.
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