Un’analisi dell’Ancit ha messo in evidenza i problemi che starebbero colpendo la produzione del tonno in scatola: cosa potrebbe accadere.
Il tonno in scatola è molto amato e presente negli stipetti delle cucine di tutto il mondo. Si tratta, difatti, di un alimento buono e salutare: a dimostrarlo sono i tanti sportivi che pare non ne possano fare a meno nelle loro diete.
A questo si aggiunge anche il fatto che può essere consumato senza la necessità di alcuna preparazione. Basti pensare a quelle giornate d’agosto, quando cucinare diventa una “tortura”: si può rimediare con qualche scatoletta di tonno e delle verdure, in pochissimi minuti il nostro pranzo sarà pronto. Dunque, in molti sono curiosi di sapere cosa sta accadendo a questa bontà, potrebbe scomparire per sempre dalle nostre tavole? Scopriamo cosa sta succedendo.
L’Ancit (Associazione Nazionale Conservieri Ittici) ha effettuato un’analisi sulla produzione del tonno in scatola evidenziando dati preoccupanti. Le riserve di questo prodotto, lo scorso anno, hanno fatto registrare un calo di circa l’8% rispetto all’anno precedente.
Nel dettaglio, l’associazione ha osservato come nel Bel Paese lo scorso anno, le tonnellate di tonno in scatola prodotte ammontavano a 77.411, si tratta di una produzione più bassa rispetto a quella registrata nel 2021, arrivando, pensate un po’ a -7,7%.
Complici di questa diminuzione inflazione e rincari che hanno portato un prodotto come il tonno, che vanta una certa fama, ad essere colpito duramente dovendo affrontare un periodo buio. La crisi sarebbe provocata anche dai rialzi che riguardano, ormai tutti i settori, con gravi conseguenze. Aumenti per imballaggi, utenze e materie prime come l’olio d’oliva hanno inciso. Inoltre, anche le navi utilizzate per la pesca non sono esenti dall’aumento generalizzato dei prezzi, dunque inevitabilmente il prezzo del pesce è cresciuto, arrivando a raggiungere il +30%.
Bisogna ricordare, difatti, che dietro una semplice scatola di tonno c’è moltissimo lavoro e materiale impiegato per i quali sono necessari dei costi che salendo portano, di conseguenza, all’aumento dello stesso prodotto. È proprio questo che potrebbe accadere, come riporta Greenme.it: non si dovrebbe andare incontro ad un calo delle scatolette negli scaffali della grande distribuzione, ma solo a prezzi più alti rispetto agli anni precedenti: l’Italia, difatti, ad ora è il secondo produttore europeo di questo alimento, dietro solo alla Spagna.
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