Un Paese desidera eliminare qualunque esemplare di ratto nella propria area. L’obiettivo zero topi è previsto per il 2050, grazie ad un’operazione progressiva di sterminio.
Sospendiamo per un momento la questione etica. I topi sono degli animali che in quanto tali fanno parte della catena alimentare. La loro eliminazione comporterebbe necessariamente uno squilibrio dell’ecosistema. Inoltre sono dei piccoli mammiferi progettati in colonie che devono crescere e proliferare. Per questo si nascondono in luoghi sicuri dove sanno di non essere predati dall’essere umano, suo principale nemico, ancora di più dei leggendari gatti. Certo, a nessuno fa piacere trovare un topo in casa. Ed anche qui si deve fare una distinzione.
Una cosa è il ratto di città che è in cerca di sporcizia e probabilmente portatore di malattie, un’altra è il topolino di campagna, senza dubbio più pulito e meno rischioso. Tra le malattie che i topi, come tutti i roditori, possono trasmettere da animale a uomo c’è senza dubbio la rabbia, decisamente pericolosa e letale per l’essere umano. Quando i sintomi gravi insorgono visibilmente potrebbe essere troppo tardi. E non solo. I topi nella storia dell’umanità sono stati tacciati di essere veicolo delle più grandi epidemie e pandemie che ciclicamente si presentano.
Si trova all’interno dell’Oceano Pacifico. Fa parte della Nuova Zelanda, ed ha assunto l’impegno chiaro e determinato di eliminare tutti i topi dall’isola entro il 2050. Senza lasciarne vivo neanche un esemplare. Una soluzione decisamente radicale, che a detta delle istituzioni locali, è l’unico modo per preservare delle specie di volatili in via di estinzione. Esiste già un precedente.
Nell’isola della Georgia del Sud, con estensione di 170 kilometri, da anni i ratti non sono più presenti, a causa di un progetto di sterminio andato a buon fine. Il progetto più ambizioso è Predator free Wellington, che lavora con specialisti e volontari per sterminare i topi, usa il GPS per identificare le prede ed una sostanza anticoagulante per ucciderle.
Ovviamente se lo scopo è tutelare la biodiversità delle specie volatili si può dire che questo sterminio abbia una motivazoione. Tuttavia non si può ignorare la parola sterminio, ed il diritto che l’essere umano si arroga di regolazione della natura, quando egli stesso è responsabile della maggior parte delle storture. Questo progetto di radere al suolo tutti i topi e similari può essere considerato igienico, ma non sono ancora note le conseguenze che può generare sull’ecosistema. I topi sono dei predatori naturali, in assenza dei quali, gli animali predati potrebbero diffondersi senza misura.
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