I tornado sono arrivati in Italia. Le coste tirreniche sono quelle più a rischio. I cambiamenti climatici ne hanno potenziato l’intensità e la distruttività
Comunemente sono chiamati trombe d’aria. I tornado sono vortici d’aria su scala locale che originano alla base di una nube verticale e giungono a toccare il terreno. Da un punto di vista metereologico sono fortemente distruttivi, e possono generare venti che arrivano alla velocità di 500 chilometri orari. Spesso associati ai temporali, nelle zone del mondo dove storicamente i tornado sono più frequenti, la popolazione locale è abituata a proteggersi dal fenomeno distruttivo costruendo strutture ad hoc per il rifugio. Un tornado ha la capacità di spazzare via oggetti, persone e case. Ed ora cresce anche in Italia.
Un lavoro recente del CNR ha analizzato 32 anni di dati, dal 1990 al 2021, e 445 tornado in Italia. Le analisi condotte sono particolarmente preziose per lo studio dei fenomeni finalizzati alla previsione, l’unica che può organizzare la società civile in attesa del distruttivo fenomeno atmosferico. Si ricorda come nel 2019 una tromba d’aria nell’area di Fiumicino, litorale in prossimità della capitale, abbia causato la morte di una donna in auto.
La previsione è fondamentale: “I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi. Il risultato pone l’accento sull’importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico/osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi”.
La ricerca del Cnr – Isac aggiunge che “particolarmente colpite da tali fenomeni sono le aree che si affacciano sul Tirreno (Lazio in particolare), le regioni sud-orientali (Puglia-Calabria) e la Pianura Padana“. L’intensificazione dei tornado in Italia non è avulso dalla mano dell’uomo. I cambiamenti climatici sono responsabili in buona parte della presenza delle trombe d’aria, e questo si è verificato nella ricerca pubblicata sulla rivista ‘Atmospheric Research’.
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La regione del Lazio in particolare, dove si è consumata la tragedia del 2019, può essere considerata un hot spot della condizione della penisola. La bassa pressione atmosferica e la presenza di venti più caldi favoriscono la formazione dei tornado. “L’intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi”.
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Lo sviluppo potenziale delle trombe d’aria serve a prevedere il fenomeno. A differenza di quello che accade per i terremoti, la formazione dei tornado può essere vista a distanza. Purtroppo il fenomeno è talmente devastante da non poter essere eliminato, ma si possono introdurre misure d’emergenza per proteggere case, persone e città, come ad esempio regolare la circolazione. I tornado sono capaci di fare terra bruciata ovunque passino.
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