Cosa succederà ai mufloni? Sono davvero in pericolo? Cerchiamo di capire meglio come stanno le cose per questo esemplare.
Si è discusso tanto sul destino dei mufloni del Giglio, lo fecero anche un gruppo di agricoltori nel 2021. Il periodo era proprio quello in cui per la prima volta fu presentato il progetto di abbattimento dei 37 esemplari. Questo progetto ancora oggi ha a disposizione il supporto.
Proprio, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Fratin avrebbe confermato che gli animali non sarebbero da salvaguardare, tutto ciò è avvenuto dopo l’interrogazione parlamentare, a prima firma della senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino. Cosa significa questo? Che gli animali pur avendo unicità di genere potrebbero diventare oggetto di caccia.
Anche se, l’unicità di genere era stata dimostrata in uno studio pubblicato nel 2022 nel mese di luglio, sulla rivista scientifica Diversity. In questo studio veniva proprio evidenziata l’importanza dell’esemplare e quanto fosse importante tutelarli.
Ma quanto costa abbatterli?
Il testo dell’interrogazione, parlava anche del costo che tutto questo avrebbe. E farlo potrebbe costare fino a 10mila euro per ogni esemplare. Dunque, si tratterrebbe di 380mila euro nell’enorme battuta di caccia. Se scaviamo meglio possiamo trovare altri documenti come quello della Regione Toscana, che da poco ha approvato il “Piano di prelievo del Muflone 2022/2023”. In questo caso sarebbero stati dati permessi di caccia e non vi sarebbe alcuna distinzione tra sesso ed età.
In questo caso la specie sarebbe alloctona e invasiva e potrebbe rappresentare un pericolo per l’agricoltura dell’isola, ma anche per la biodiversità. Giampiero Sammuri, il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, come riporta la redazione di Ohga!, ha sostenuto che non esisterebbero studi che siano in grado di evidenziare il livello d’incidenza del muflone né sull’ambiente né sull’agricoltura. Per questa ragione, Maiorino ed i suoi colleghi affermano con convinzione che il muflone non può essere classificato come specie invasiva.
Le Associazioni e i cittadini
La responsabile dello sportello Legale OIPA Italia Claudia Taccani aveva tempo fa citato il regolamento che prevedeva di non mettere in pratica misure che fossero violente. Bisogna ricordare che già in passato altre associazioni animaliste, come WWF e Leidaa avevano già fatto qualcosa. Mentre nel 2021 i cittadini dell’isola, grazie ad una petizione avevano raccolto 2000mila firme. Dal 2009 purtroppo ad oggi tra trasferimenti e uccisioni sono stati 140 gli esemplari presi di mira.