Nei giorni scorsi a Viagrande, in provincia di Catania, un operaio di 25 anni è rimasto vittima di un tragico incidente sul lavoro all’interno di un maneggio.
Un giovane operaio ha perso la vita nell’ennesimo incidente mortale sul lavoro verificatosi in Italia. La tragedia si è consumata a Viagrande, in provincia di Catania, lo scorso martedì, ma la notizia è stata resa nota solo nelle scorse ore.
Da quanto emerso, pare che la vittima, un 25enne, stesse effettuando delle operazioni con una motopala quando sarebbe rimasto improvvisamente schiacciato contro un muro. Quando i soccorsi sono giunti sul posto, l’operaio era già privo di vita. Sono in corso ora le indagini delle forze dell’ordine per chiarire la dinamica dei fatti.
È Alin Telianu, 25enne di origini romene, ma da tempo residente in Italia, la vittima dell’incidente sul lavoro avvenuto lo scorso martedì, 22 agosto, in un maneggio di Viagrande, piccolo comune della provincia di Catania.
Il 25enne, secondo quanto ricostruito, come riportano i colleghi del quotidiano Il Giornale di Sicilia, aveva appena iniziato il suo turno di lavoro presso la scuola di equitazione e stava effettuando delle operazioni con una motopala. Per cause ancora da stabilire, Alin è rimasto schiacciato dal mezzo contro un muretto. Un incidente che non gli avrebbe lasciato scampo.
Sono stati allertati subito i soccorsi, ma all’arrivo dell’equipe medica del 118 per il giovane non c’è stato nulla da fare se non constatarne la morte.
La notizia del decesso di Alin è stata diffusa solo nelle scorse ore in seguito alla decisione dei carabinieri compagnia di Acireale, che si stanno occupando di ricostruire la dinamica dei fatti, di sequestrare i filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza del maneggio.
Dai video si vedrebbe il 25enne a bordo del mezzo passare dal cancello d’ingresso intorno alle 6:45. Poi, il giovane sparisce dall’inquadratura e, circa 45 minuti più tardi, si vedono i colleghi uscire dal maneggio sconvolti, probabilmente si era appena consumata la tragedia.
La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria che avrebbe disposto ulteriori esami e non ha ancora firmato il nullaosta per la restituzione ai familiari.
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