Transizione energetica: 10 comuni accettano sfida energie rinnovabili

Transizione energetica e la sfida per il prossimo futuro green di alcuni comuni nel Veneto: vediamo di cosa si tratta e come si sono organizzati

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Comunità energetica (Foto Adobe) – Ecoo.it

La transizione energetica in atto su tutto il Pianeta ha come principale obbiettivo la decarbonizzazione della Terra attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e tutta una serie di tecnologie all’avanguardia che consentono lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Sole, acqua e vento sono i protagonisti della produzione green di energia elettrica che è alla base delle strategie di sostenibilità e tutela ambientale. I paesi e i governi di buona parte del mondo hanno avviato politiche che vanno nella direzione di incentivare tali processi con programmi e piani ben strutturati e definiti.

E se l’unione fa la forza stanno sempre più prendendo piede le cosiddette comunità energetiche rinnovabili. Ogni cittadino può contribuire alla transizione energetica attraverso l’installazione di impianti solari o eolici, sia a livello domestico che lavorativo. Ma se ad unirsi sono più soggetti, le probabilità di riuscita aumentano e i costi diminuiscono. Ecco le idee alla base delle CER, con un chiaro obbiettivo: produrre e condividere l’energia rinnovabile in autonomia a costi vantaggiosi. Ne possono far parte tutti, cittadini, imprese, enti locali, qualsiasi soggetto pubblico o privato.

Il caso

Succede in Veneto, dove ben 10 Comuni hanno accettato di diventare soci e aderire ad un interessante progetto di Comunità energetica rinnovabile, coadiuvati da Unicoge, società mista a prevalenza pubblica di gestione del gas della zona. I comuni soci hanno dunque sposato l’idea di autonomia energetica, tutela ambientale e contenimento della spesa che una CER propone. Condividendo in toto l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. E la Regione Veneto è la prima sostenitrice dell’iniziativa.

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Tecnici solare (Foto Adobe) – Ecoo.it

Tutti possono aderire, e la platea si è notevolmente allargata ed è sempre più eterogenea. Cittadini privati, imprese, attività commerciali, parrocchie, associazioni e fondazioni. Inoltre vi sono differenziazioni nella partecipazione, nel senso che si può scegliere se essere solo consumatori, oppure contemporaneamente produttori e utenti, fornitori di superfici atte ad ospitare gli impianti fotovoltaici o semplicemente investitori. L’equazione è semplicissima: produzione di energia green, autoconsumo e la parte in esubero la si condivide sul territorio, con una contropartita economica, maggiore di quella corrispondente all’immissione in rete.

Esempio virtuoso

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Energia fotovoltaica (Foto Adobe) -Ecoo.it

La convenienza c’è, il contributo alla sostenibilità ambientale anche, dunque le CER possono rappresentare un’ottima sfida da consigliare e da mutuare su tutto il territorio nazionale. L’ottica di recepire le direttive europee e italiane è un paradigma efficace per molti enti locali e per le imprese dislocate sul territorio. Il governo dal canto suo ha posto sul piatto gli incentivi adatti per queste forme di associazioni sostenibili che vanno proprio nella direzione indicata e auspicata da tutti.