La transizione energetica in atto nel Pianeta rischia di essere inutile se fatta senza criterio: vediamo insieme le criticità da evitare
La transizione energetica che sta coinvolgendo tutti i settori economici nel tentativo di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera e scongiurare la crisi climatica che sta sconvolgendo le dinamiche terrestri e i territori, modificando di fatto la fisionomia del nostro Pianeta, deve seguire alcuni criteri per essere efficace e non diventare controproducente o addirittura inutile. Il grande dispendio di energie che tutti stanno mettendo in campo rischia di non portare a nulla.
Le opinioni in tal senso degli scienziati sono ambivalenti e contraddittorie, poiché spesso la cura rischia di diventare peggio della malattia. Infatti se gli interventi volti a sistemare la situazione deleteria che si è creata nel Pianeta comporta in parte la distruzione di suolo e vegetazione, come si suol dire il gioco non vale la candela.
Come sempre le cose vanno fatte con criterio e buon senso senza travalicare le regole minime che indicano la strada più corretta per arrivare all’obbiettivo finale a cui tutti aspirano. L’idea alla base del cambiamento è quella di convergere sulle energie rinnovabili, abbandonando progressivamente quelle derivanti di carbon fossili.
Energia pulita, presa dal sole, dal vento o dall’acqua, con meno costi e zero emissioni. Via libera dunque a pannelli solari, impianti fotovoltaici e pale eoliche tutti impegnati a produrre energia green e pensare a politiche energetiche a basso costo. A questo è necessario porre attenzione e preservare il più possibile la vegetazione esistente e implementarla per favorire l’assorbimento naturale della CO2, custodendo la biodiversità e la stessa natura preziosa e fondamentale per la vita sana del Pianeta.
Per attuare le nuove politiche green non bisogna però costruire gli impianti di nuova tecnologia green in modo sistematico andando di fatto a ledere suolo e vegetazione, speculando sulle energie rinnovabili. Consumare suolo e abbattere alberi per far posto a pale eoliche o pannelli solari non sembra essere la ricetta corretta, perché se da un lato produci energia pulita, dall’altro distruggi l’ambiente che contribuisce alla salute del Pianeta e garantisce che i cicli vitali continuino a esistere.
I problemi infatti derivano proprio dalla rottura degli equilibri naturali a causa delle eccessive emissioni artificiali messe in atto dall’attività antropica. Diventa prioritario occuparsi di installare le nuove tecnologie senza eliminare natura e suolo, ma andando a selezionare zone dismesse inutilizzate. Gli interventi di questo tipo ovviamente hanno costi più elevati e gli speculatori cercano vie più facili e meno dispendiose, ma a danno dell’ambiente che invece va preservato e tutelato. Insomma anche la transizione energetica deve essere sostenibile altrimenti è inutile.
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