Il pianeta TRAPPIST1 b presenta una probabile assenza di atmosfera e un team di scienziati e ricercatori sta analizzando meglio la scoperta: vediamo di cosa si tratta
La ricerca spaziale è alla base di molte interessanti scoperte scientifiche che possono contribuire all’ipotesi di possibile vita su altri pianeti. Si cerca e si analizza in funzione di abitabilità extraterrestri, su corpi celesti simili in apparenza alla Terra. Un concentrato di tecnologie per raccogliere quante più informazioni possibili sull’atmosfera planetaria dei candidati nel cosmo. L’idea potrebbe essere quello di colonizzare un altro pianeta e renderlo adatto alla vita umana.
Fantascienza o ipotesi realistica? Qui si spinge la scienza astronomica al fine di implementare le teorie a supporto di una possibile vita umana su altri pianeti. Ma per gli esopianeti individuati sino ad oggi non basta essere simili alla Terra. Le osservazioni interplanetarie in atto e le missioni spaziali vertono proprio sull’analisi dei dati e delle informazioni raccolti per scandagliare le atmosfere extraterrestri che si profilano all’esterno dei corpi celesti sotto studio.
Gli strumenti oggi a disposizione della scienza astronomica e della ricerca spaziale sono all’avanguardia e tecnologicamente avanzati. Uno su tutti il Telescopio Spaziale James Webb che fornisce il supporto migliore per scandagliare l’universo circostante. Protagonista delle ultime osservazioni spaziali è stato il pianeta TRAPPIST1 b che si trova all’interno del sistema TRAPPIST-1, collocato al di fuori del Sistema Solare. Le evidenze scientifiche però hanno segnalato un’assenza di atmosfera che ha deluso le speranzose aspettative della comunità astronomica internazionale.
Il sistema in questione era stato posto sotto osservazione specifica poiché al suo interno erano stati rilevati ben 7 pianeti rocciosi. In apparenza sembrava dunque molto simile al nostro Sistema Solare e a tutti i pianeti appartenenti. Dimensioni, massa e riscaldamento apparivano del tutto analoghi a quelli presenti nella nostra porzione di cosmo, compresa la nano stella rossa di classe M. A 39 anni luce dalla Terra si sono osservati i pianeti collocati all’interno, cominciando proprio dal più vicino TRAPPIST 1 b. Le analisi però hanno decretato che non vi è presente nessuna atmosfera.
I motivi dell’assenza di atmosfera registrata sono da attribuire ai brillamenti tipici delle nane rosse che potrebbero aver determinato la sua alterazione e la sua scomparsa. La Divisione di scienze spaziali e astrobiologia della NASA, dell’Università della California e di Parigi, hanno osservato una eclissi secondaria che ha fornito i dati necessari per verificare le emissioni dell’infrarosso del pianeta e le poche evidenze di distribuzione di calore tra lati, quello diurno e quello notturno. Questo può essere giustificato solo da una totale assenza di atmosfera planetaria, in aggiunta alla mancanza anche di assorbimento di CO2.
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