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Il “Treno infinito” australiano: la nuova frontiera degli spostamenti sostenibili

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Nasce in Australia questo progetto infinito che ha già in attivo un prototipo lanciato con soddisfazione dalla WAE, imparentata con la Williams

treno infinito australia
Treno infinito (Foto Unsplash)

L’idea del treno infinito è affascinante. È l’incarnazione di un desiderio infantile, dove senza risorse si può partire in modalità quasi magica. Ed invece magia non è. Ancora una volta si deve ringraziare la Terra per questo regalo. La storia nasce in Australia, a Perth, nella sterminata landa locale. L’azienda Fortescue ha all’attivo una flotta di 55 locomotive adibite al trasporto merci. Ognuna delle locomotive trascina sui binari circa 244 vagoni, con un carico di 34mila tonnellate di ferro ciascuna. Questi enormi mezzi sono alimentati a diesel, materiale inquinante per l’ambiente e ormai con costi insostenibili. Solo nel 2021, per ammissione della stessa azienda, hanno consumato 82 milioni di litri di diesel.

Per ovviare al problema dei costi e delle emissioni, l’azienda ha acquisito la WAE, William Advanced Engineering, con sede nel Regno Unito e ramo commerciale della Williams. La WAE è una società specializzata in veicoli con batterie elettriche. L’amministratore delegato della WAE, Elizabeth Gaines, ha dichiarato: “L’Infinity Train ha la capacità di essere la locomotiva elettrica a batteria più efficiente al mondo. In che modo?

Il Treno infinito e la forza di gravità

Treno infinito (Foto Unsplash)

Il treno con moto infinito senza energia è stato realizzato grazie ad una tecnologia all’avanguardia che sfrutta la forrza di gravità per ricaricare le batterie, senza utilizzare una goccia di carburante. Durante le discese e le frenate la forza di gravità ricarica le batterie che poi spenderanno quella stessa energia per la risalita. Quindi un modo in salita e discesa che si compensa con il risultato di emissioni zero. Chissà che questo prototipo non possa essere utilizzato anche per il trasporto turistico. Per il momento la grande soddisfazione della società si ritrova con forza nella parole di Andrew Forrest, fondatore dell’azienda mineraria.

“L’Infinity Train non solo accelererà la corsa di Fortescue per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2030, ma ridurrà anche i nostri costi operativi, creerà efficienze nella manutenzione e opportunità di produttività“. Già il nome di treno infinito è tutto un programma, l’idea di una conquista materiale molto più simile al sogno dell’uomo antico di quanto lo siano le conquiste tecnologiche odierne, sempre più impegnate ad avvicinare la vita reale a quella virtuale.

E questa forma di innovazione potrebbe essere pionieristica per un trasporto ad emissioni zero. L’unica domanda che chi scrive si pone è come si possa considerare il treno infinito ad emissioni zero con l’utilizzo di batterie. Prima o poi le batterie, pur se ad altissime prestazioni, dovranno essere sostituite, e diventeranno esse stesse rifiuti con annesse emissioni.Per il momento, nonostante l’iniziativa pregevole, il modello che più si avvicina allo zero emissioni è lo schema di economia circolare, dove nulla diventa rifiuto e tutto può avere una seconda vita. Il rischio di queste nobili imprese è che la declinazione che ne segue si rifugi inevitabilmente nel greenwashing, dove la parola ecologia si allontana sempre di più da una reale prospettiva ambientalista.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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