Lo scorso fine settimana un uomo e il suo cane hanno subito un’aggressione da parte di un orso mentre stavano facendo un’escursione.
Durante lo scorso fine settimana, un escursionista che si trovava in escursione al parco Nazionale dello Stelvio (in Trentino Alto Adige) ha subito un’aggressione da parte di un orso. La vicenda, ad oggi, non è ancora chiara: nonostante le richieste avanzate da numerose associazioni animaliste, i dettagli dell’attacco non sono stati condivisi. Al momento dell’attacco, l’uomo si trovava in compagnia del suo cane.
In molti si sono dunque chiesti se il cane dell’escursionista, al momento dell’attacco, fosse al guinzaglio. Oppure come l’uomo abbia reagito di fronte alla vista del plantigrado. Nonostante il brutto incontro, l’uomo ha riportato ferite non gravi ed è stato soccorso a valle dopo essere riuscito ad allontanarsi dall’orso. Ora, però, c’è da domandarsi quale sarà la sorte dell’orso.
Trovandoci in primavera è molto comune che i plantigradi che si svegliano dal letargo comincino a vagare in cerca di cibo. Inoltre, nel caso di mamme in presenza di cuccioli, c’è da considerare che l’animale si potrebbe trovare in forte stato di allerta al fine di proteggerli. Contrariamente a quanto si pensa di solito, poi, c’è da considerare che la maggior parte degli orsi tende a fuggire quando percepisce la presenza dell’uomo, come confermato anche dalla provincia autonoma di Trento.
Ciononostante alcuni hanno parlato di abbattere l’animale, qualora l’orso abbia già mostrato comportamenti aggressivi nei confronti dell’uomo in passato. Ma le proteste, fortunatamente, non hanno tardato ad arrivare. Prima tra tutte quella della LAV, associazione che si occupa di animali in pericolo, che ha messo in evidenza come sia necessario trovare un modo per imparare a convivere con specie come quella degli orsi o dei lupi.
“Chiediamo che siano svolte indagini approfondite e trasparenti su come sono andati i fatti coinvolgendo non solo il Corpo Forestale Provinciale, ma anche il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria istituito presso l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana. Non possiamo più tollerare che gli orsi vengano condannati all’ergastolo o alla pena di morte, quando la storia ci insegna che gli incidenti sono sempre il risultato di comportamenti umani inadeguati“, hanno commentato da LAV.
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