A cura di Gianluca Rini
Un amore per la natura che Lucio Dalla ha continuato a portare con sé per tutta la sua vita. Lucio Dalla amava il mare e frequentava da molti anni le isole Tremiti. Si era battuto a lungo contro le trivellazioni, che hanno come obiettivo la ricerca del petrolio.
Lucio Dalla ha utilizzato proprio la musica per battersi contro un impatto ambientale forte, che potrebbe mettere a rischio un intero ecosistema. Ha tenuto un concerto insieme a Francesco De Gregori, in modo da riuscire a convincere Stefania Prestigiacomo, che allora era ministro dell’ambiente, a non concedere le autorizzazioni per le trivellazioni presso le isole Tremiti.
Inoltre ha partecipato il 7 maggio alla manifestazione svolta a Termoli, dal titolo “No Oil Day“. Proprio in quell’occasione Lucio Dalla aveva affermato: “E’ una follia: stanno uccidendo il mare. Mai avrei pensato di trovarmi di fronte a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio“.
Continueremo a ricordare Lucio Dalla, oltre che per la sua musica, anche per il suo essere un accanito sostenitore della salvaguardia del mare.
WWF: le trivellazioni alle Tremiti sono inammissibili
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Il WWF di Foggia non ci sta, e protesta senza mezzi termini. Inammissibile e inaccettabile, secondo loro, quanto è stato valutato positivamente, ovvero le trivellazioni a largo delle Isole Tremiti per effettuare ricerche di nuove piattaforme petrolifere. Ovvie le motivazioni: queste perforazioni nuocciono gravemente al nostro ecosistema marino poichè l’industria petrolifera è inquinante per antonomasia. inoltre, questo genere di attività minacciano seriamente la biodiversità, e quindi anche la pesca, il turismo e quanto riconducibile all’equilibrio marittimo.
La tecnica utilizzata per sondare il fondale al largo della costa del Gargano si chiama “Air Gun” e viene segnalata come molto pericolosa per la fauna marina: è infatti capace di creare problemi ai mammiferi, ai pesci, ai molluschi e alle tartarughe marine. Inoltre, si stima che questa forma di inquinamento ambientale possa determinare una diminuzione del pescato fino al 70%.
Ecco le parole di Carlo Fierro, Presidente del WWF pugliese: “Sono passati solo pochi mesi da quando l’opinione pubblica italiana ed estera trepidava per la tragica fine dei 7 capodogli spiaggiati a pochi chilometri da dove si vogliono installare le piattaforme petrolifere. La verità è che non si può pensare che tutto possa coesistere: petrolio, turismo, pesca e ambiente. Una cosa esclude necessariamente l’altra. E’ come volere la classica moglie ubriaca e la botte piena. I cittadini e i politici locali di ogni colore, che si stanno mobilitando in difesa del nostro mare, lo hanno ben capito. Ora è essenziale che lo comprenda anche il Ministro dell’Ambiente, bloccando simili disastrosi progetti. Diversamente ancora una volta il nostro territorio sarà consegnato agli interessi delle multinazionali“.
Immagini tratte da:
viaggioadriatico.it
comune.jesi.an.it
campomarinofc.files.wordpress.com
euronautica.net
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