Andrea Gandini è un giovane artista italiano che intaglia i tronchi degli alberi dando vita a dei volti stupendi. Ciò che lo rende unico e assolutamente speciale è la sua abilità nel saper dare con estrema maestria un’identità umana al legno.
Le sue opere si possono ammirare (anche) camminando per le strade di Roma, dal momento che lo scultore le realizza ovunque, in base al proprio estro creativo e non sempre ne rivela la collocazione. Ma se qualcuno pensa di averne individuata una può scrivere direttamente all’artista-compilando un form per chiedere conferma sull’avvistamento oppure per suggerire qualche tronco in strada da far “rivivere”.
Classe 1997, Gandini è nato a Teramo, ma vive e lavora a Roma ormai da molti anni. Realizza opere su commissione in tutta Italia, ma ama anche scolpire tronchi senza vincoli, per passione.
La sua missione, infatti, è ridare dignità a pezzi di scarto, intagliando volti e busti per dare una nuova identità a quel legno che un tempo era un albero vivente. E lo fa (anche) attraverso delle sessioni di scultura in strada, durante le quali realizza opere alte mediamente 70 centimetri, spesso anche davanti agli sguardi curiosi dei passanti.
E se questa tipologia di lavori gli permette di entrare in connessione con le persone, quelli su commissione sono per lui momenti di solitudine, riflessione e viaggio.
L’attività di Andrea Gandini è nata nel 2015, quando l’artista ha iniziato a scolpire piccoli pezzi di legno in garage. All’inizio creava (e sperimentava) solo all’interno di questo “laboratorio”, finché un giorno ha voluto intagliare un ceppo che si trovava appena fuori dalla porta.
E da lì la c’è stata la svolta. Perché sebbene l’idea iniziale fosse quella di realizzare una specie di insegna lignea, la creazione finale è stata molto diversa. Andrea, infatti, si è trovato a scolpire un viso.
La scelta del materiale utilizzato dallo scultore non è ovviamente casuale. Per realizzare le sue opere, infatti, l’artista ha scelto il legno quale rimanenza di ciò un tempo era un essere vivente.
I fluidi che scorrevano all’interno dei tronchi, infatti, possono essere visti come una metafora dei vasi sanguigni umani, così come le fibre cellulosiche possono essere paragonate a quelle muscolari.
In quest’ottica, dunque, scolpire dei volti è come dare una nuova identità umana agli scarti, che possono così “rivivere” grazie agli individui che raffigurano.
Le opere di Andrea Gandini sono tantissime, uniche e suggestive: circa 54 sono state realizzate a Roma, mentre altre sono state scolpite in altre località. L’elenco è sempre in divenire, ma alcune di esse sono ormai diventate celebri.
Remo, ad esempio, è una scultura dedicata a Remo, fratello di Romolo, di cui sono raffigurati solo il volto e il busto. Uno dei particolari più toccanti dell’opera romana è la presenza delle ferite che lacerano il tronco dell’uomo, causandone la morte.
Le donne sul lago, invece, è una creazione imponente che ritrae delle figure intarsiate su un albero di dimensioni elevate. È stata commissionata a Luino (in provincia di Varese).
Tiberinus propone il primo piano del volto della divinità che secondo gli antichi risiedeva nel fiume Tevere. È scolpita in un tronco che si trova Roma, in Viale Marconi.
Sempre a Roma (in zona Appia) troneggia La cultura salverà il mondo, un’opera leggermente anomala rispetto alle altre perché non raffigura persone, bensì libri.
Cane, Gufi e Scoiattolo, al contrario, sono tre sculture distinte, ma al tempo stesso accomunate dal fatto che raffigurano tutte degli animali. La prima si trova a Roma, mentre la seconda si trova a Forano e la terza a Fiuggi.
Infine, in Sicilia (e più precisamente a Modica) si trova Minerva, una creazione suggestiva e lunga 10 metri, scolpita su una quercia di 250 anni.
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