Ad affermare queste parole è stato Giuseppe Notarbartolo di Sciara, del comitato scientifico dell’Accordo Accobams per la protezione dei cetacei, che ha sottolineato come la caccia alle balene sia anche parecchio costosa per i contribuenti giapponesi. Ai danni alla specie animale si uniscono le conseguenze economiche. Ecco perché era necessario un intervento a vantaggio della tutela della biodiversità. A questo proposito Ilaria Ferri, direttore scientifico e responsabile campagne internazionali Enpa, ha dichiarato:
Noi salutiamo questa decisione come una grande vittoria delle associazioni ambientaliste che si sono mobilitate in tutto il mondo per porre fine al massacro. E’ soprattutto una vittoria dei cetacei che quest’anno, e mi auguro anche in quelli a venire, non dovranno più sfuggire agli arpioni delle baleniere giapponesi.
La caccia alle balene da parte del Giappone è stata fermata in vista della tutela degli animali. Una decisione destinata a far discutere e a mettere sempre più al centro del dibattito pubblico la questione della conservazione dell’ecosistema. Le specie animali a rischio estinzione sono molte, ma possono essere attuate apposite strategie per salvarli, tenendo presente che ci sono sanzioni più salate per i maltrattamenti degli animali.
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