La tutela del mare deve essere una priorità ambientale in tutto il mondo. Tuttavia, in quei luoghi dove le risorse naturali sono particolarmente delicate e ricche, l’attenzione verso la tutela della biodiversità marina deve essere ancora più elevata. Come, allora, non impiegare ogni sforzo possibile a protezione del Mediterraneo italiano, visto e considerato che l’Onu lo ha messo al primo posto per il valore delle risorse naturali presenti?
La gradita notizia relativa al valore del mar Mediterraneo italiano – cui è possibile ricondurre l’onere di un suo adeguato e attento impegno protettivo – è generata dalla decisione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di conferire al nostro mare il primato per quanto concerne la ricchezza delle risorse naturali, con una valutazione del patrimonio equivalente a 35 punti percentuali.
I dati relativi al Mediterraneo, e alla sua valenza assoluta sul piano mondiale, sono stati presentati all’interno di un convegno molto recente, denominato “Una Blue Economy per il Mediterraneo: una nuova alleanza tra natura e tecnologie low carbon”, con l’obiettivo di presentare una nuova iniziativa di tutela degli ambienti marini.
La c.d. Blue Economy vuole infatti cercare un’adeguata valorizzazione dell’ambiente marino e costiero, cercando di sensibilizzare la meglio la popolazione sul contributo di tutti, necessario a protezione della biodiversità.
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