Il Comune di Odessa, in Ucraina, dopo il disastro della diga di Kakhovka, ha imposto il divieto di balneazione sulle proprie spiagge per la contaminazione dell’acqua.
È ancora drammatica la situazione nella regione di Kherson, in Ucraina, dove due settimane fa è crollata la diga di Kakhovka provocando l’inondazione dei territori circostanti. Il bilancio del disastro continua a salire ed in totale ad oggi sarebbero 45 le vittime.
Intanto, vista la contaminazione dell’acqua provocata dalle esondazioni, è stato imposto dal Comune il divieto di balneazione per le spiagge di Odessa. Secondo l’amministrazione, le acque in questione potrebbero mettere a rischio la salute dei cittadini.
Arrivano nuovi aggiornamenti dalla regione di Kherson dopo il disastro della diga di Kakhovka, distrutta durante la notte dello scorso 6 giugno. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, le vittime della tragedia sarebbero salite a 45: 29 dichiarate dalle autorità filorusse a cui si aggiungono le 16 persone scomparse dichiarate dalle autorità ucraine.
Una vera e propria tragedia che, secondo molti esperti, sarebbe paragonabile al disastro di Chernobyl considerate le conseguenze che potrebbero verificarsi anche nelle prossime settimane. Dopo il crollo, difatti, l’acqua ha invaso le strade, i terreni e le zone limitrofe trascinando con sé rifiuti, fango e sostanze chimiche.
Proprio per questa ragione, l’amministrazione comunale di Odessa, nel sud del Paese, ha diramato un divieto di balneazione per l’inquinamento delle acque. In Crimea, invece, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa ucraina Unian, come riporta l’Ansa, le spiagge rimangono quasi deserte perché la popolazione è intimorita da un eventuale controffensiva dell’esercito di Kiev, ma anche dalla contaminazione dell’acqua.
Stando a quanto riporta il New York Times, a far saltare la diga sarebbe stato l’esercito di Mosca: della responsabilità russa ci sarebbero delle prove considerato che l’esplosione è avvenuta nella parte controllata dalla Russia. Il quotidiano statunitense scrive che non si sarebbe trattato di un incidente, ma tutto sarebbe avvenuto dopo la deflagrazione di una carica esplosiva. Da settimane ormai i due schieramenti si accusavano reciprocamente dell’accaduto.
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