Lo spreco alimentare si combatte anche cambiando la dicitura relativa la scadenza sulle etichette dei prodotti nei supermercati. La proposta Ue piace anche ai consumatori.
La questione dello spreco alimentare è ancora molto poco affrontata in Italia anche se la situazione è allarmante ed i dati parlano chiaro. Si stima che vengano buttato via nel nostro Paese circa 7.8 milioni di tonnellate all’anno (57 milioni di tonnellate in Ue). Una cifra sconvolgente se si pensa alle migliaia di attività che si potrebbero attuare per evitare di sprecare cibo prezioso che sicuramente altri consumerebbero al posto nostro.
Questi numeri dono legati al fatto che non si ha ancora una buona conoscenza delle proprie esigenze alimentari, si tende a comprare sempre di più rispetto a quanto si consuma. Inoltre la disattenzione e l’incapacità di leggere correttamente l’etichetta, giocano insieme ad aggravare la situazione. In realtà ricordiamo che non sempre è necessario buttare il cibo scaduto come riporta l’etichetta. Molto dipende dal tipo di alimento e la stessa conservazione.
L’attuale normativa in vigore è molto chiara e spiega che nei prodotti freschi come yogurt, formaggi, latte, sughi pronti deve essere riportato in etichetta giorno e mese. Per i prodotti che durano fino a 18 mesi (come merendine, biscotti, pane biscottato) devono essere indicati il mese e l’anno. Mentre infine sugli alimenti a lunga conservazione come pasta, pesce in scatola, marmellate, conserve, succhi di frutta basta solamente l’anno.
Attualmente in etichetta troviamo due tipi di diciture, la data di scadenza e il termine ultimo di conservazione. Ma in che cosa differiscono?
La Commissione europea ha quindi lanciato la proposta di aggiungere in etichetta – vicino la dicitura appena vista “Da consumarsi preferibilmente entro…” anche il testo “Spesso buono oltre…“. Al momento di tratta di una bozza di atto su cui però Bruxelles pare sia pronto per il grande passo, soprattutto ora che si è impegnata a ridurre gli sprechi alimentari del -50% entro il 2030.
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