Tra le molte iniziative promosse dall’UE in un’ottica di sostenibilità vi è anche quella di espropriare il 10% della terra agli agricoltori: perché questa scelta?
L’Unione Europea si sta muovendo in un’ottica di sostenibilità già da un po’, conseguentemente al cambiamento climatico. Con dati alla mano, l’UE ha reso nota la necessità di ricorrere a misure di emergenza preventive e contenitive rispetto al cambiamento climatico. Le relazioni stilate dagli esperti climatici, in effetti, riferiscono di condizioni limite in tutto il pianeta.
Non solo oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, ma l’inquinamento e le emissioni di gas serra stanno ci stanno portando lentamente verso il collasso climatico. E mentre alcuni sostengono che sia già troppo tardi, ad esempio i ricercatori dell’università che ha previsto lo scioglimento dell’Oceano Artico in estate già a partire dal 2030, altri credono che si possa ancora fare qualcosa per scongiurare il peggio.
Togliere la terra agli agricoltori sarebbe “un attacco alla proprietà privata”
In seno a questa filosofia sostenibile l’Europa ha vagliato una serie di proposte di legge che vanno dal divieto di circolazione dei veicoli con motori termici a partire dal 2035 alla Nature Restoration Law. Quest’ultima in particolare punta al ripristino della biodiversità degli agro-sistemi tramite l’espropriazione dagli agricoltori del 10% della terra destinata alla coltivazione. In termini pratici si tratterebbe di 1.250.000 ettari destinati a uno dei settori più fiorenti della nostra economia.
Inutile dire che questa proposta, considerata un vero e proprio obbligo potenziale, ha messo in allarme alcune categorie. Nello specifico i produttori, preoccupati dal possibile calo di produttività, ma anche Confagricoltura e il Partito Popolare Europeo, in cui militano le forze di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, che hanno definito la proposta “un attacco diretto ai diritti di proprietà privata“. Essi vorrebbero dunque che la misura fosse attuata su base volontaria.
Chi sostiene la Nature Restoration Law in Europa?
Eppure i dati degli esperti parlano chiaro: in Europa si stima che l’80% degli habitat sia in cattive condizioni, per questo togliere la terra agli agricoltori è una misura dallo scopo nobile secondo molti. Nello specifico dal WWF, dai Verdi Europei, ma anche da 58 grandi aziende tra cui figurano brand quali Coca Cola, Nestlé e Ikea.
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