L’ultima ricerca svolta sui cani rivela una realtà che permette di comprendere ancora meglio il loro modo di vedere il mondo. La scoperta sul funzionamento del cervello dei cani è sbalorditiva
Condividere la vita con un cane permette di sperimentare la bellezza della grande amicizia che lega in modo indissolubile l’umano a fido, considerato infatti il miglior amico dell’uomo secondo un antico proverbio. Tuttavia, nonostante permetta di conoscerne meglio le esigenze e la natura, le differenze sono tali da chiedersi sempre quale sia il loro modo di sentire e “pensare“. Amare un animale domestico è un punto di partenza che inevitabilmente porta a porsi dei quesiti in questo senso, con la curiosità di poter sapere in che modo vedono i loro compagni di avventura.
Questa domanda, che naturalmente viene da porsi in virtù delle differenze percettive e visive che caratterizzano esseri umani e cani, se la sono posta anche alcuni ricercatori. L’ultimo studio svolto sui cani, dall’esito sbalorditivo, sonda infatti proprio il loro modo di vedere l’ambiente e le persone che li circondando, grazie a dei test svolti al fine di registrare variazioni nel cervello. Tutto ciò è stato possibile grazie all’intelligenza artificiale, utilizzata da un gruppo di ricercatori della Emory University, che hanno ricostruito la visione di Fido.
L’ultima scoperta sul cervello dei cani
Sofisticatissime tecniche di machine learning e imaging a risonanza magnetica, questi i mezzi dati dall’intelligenza artificiale ad un gruppo di ricercatori della Emory University per verificare le differenze visive e percettive che intercorrono tra esseri umani e cani. Una vera e propria decodificazione di ciò che avviene nel loro cervello mentre osservano l’ambiente e le persone, fino alla scoperta dell’esito sbalorditivo e inatteso che permette di conoscere meglio il loro modo di vederci. Due i cani protagonisti dello studio, svolto senza alcuna costrizione, grazie ad un particolare addestramento che ne ha permesso lo svolgimento.
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I loro nomi sono Daisy e Bhubo, e sono stati posizionati all’interno di una macchina per la risonanza magnetica durante la proiezione di alcuni filmati realizzati e pensati appositamente per loro. Attraverso i mezzi di tecnologia, sono state sviluppate alcune immagini dal loro punto di vista, andando ad analizzare a questo punto le risposte del cervello. Attraverso l’algoritmo creato per elaborare la loro attività cerebrale, messa poi a confronto con quella di due esseri umani, è stato svelato un esito particolare sul loro modo di vedere la realtà.
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Mentre gli esseri umani sono risultati molto più attenti agli oggetti e alle persone durante la visione dei filmati proiettati durante lo studio, i cani non si sono rivelati inclini alla medesima percezione osservativa. L’attività cerebrale dei cani ha evidenziato una maggiore attenzione alle azioni poste in essere da chi li circonda, piuttosto che dagli oggetti o dalle stesse persone. Il loro modo di osservare la realtà pone quindi l’accento su cosa sta accadendo accanto a loro, dando importanza ai gesti. Un’altra grande differenza scoperta tra cani ed esseri umani, che anche questa volta ci avvicina un po’ di più.