Un’importante dimostrazione è stata quella compiuta dal deputato giapponese Yasuhiro Sonoda, il quale ha bevuto l’acqua decontaminata, che era stata presa dalle vasche di raccolta che si trovavano vicino ai reattori numero cinque e numero sei della centrale nucleare di Fukushima. Un gesto di coraggio o una semplice manifestazione di spavalderia? Il deputato ha dichiarato che si è trattato di un gesto per invitare i cittadini ad avere fiducia nei confronti delle autorità, che hanno svolto delle efficaci operazioni di decontaminazione dopo il disastro nucleare che ha colpito il Giappone.
In seguito al terremoto in Giappone incombe il pericolo nucleare, ma il deputato ha voluto compiere un gesto che si configura come una testimonianza diretta della sicurezza, sulla quale i cittadini possono contare.
A Fukushima delle acque contaminate si sono riversate nel sottosuolo, un probabile altro disastro, su cui le informazioni si sono succedute a singhiozzo. Ma ora i rischi sembrano essere rientrati. È realmente così? Senza dubbio la paura resta, anche perché è stato reso noto che a Fukushima c’è il rischio di una nuova fissione nucleare.
Secondo alcuni la gestione del disastro nucleare implica la messa in atto di operazioni di bonifica che dureranno ancora per molti anni. Il gesto del deputato sembra invece voler dire tutto il contrario. E i dubbi permangono.
Quello di Yasuhiro Sonoda comunque non vuole essere un gesto che mira alla spettacolarizzazione, ma un’azione che ha come principale obiettivo la risoluzione di ogni inutile allarmismo su una situazione che appare ormai sotto controllo.
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