Per mettere a punto uno specifico piano contro il dissesto idrogeologico servono 40 miliardi di euro: queste le risorse prospettate dal ministro dell’Ambiente Clini, il quale ha dichiarato che il piano dovrebbe essere messo a punto entro la fine del mese di gennaio. Il piano si dovrebbe configurare come un punto di riferimento fondamentale per la conservazione dell’ambiente e per garantire sicurezza in molte zone del nostro Paese in cui il rischio idrogeologico costituisce una vera e propria minaccia. Ma da dove ricavare i fondi?
Il ministro Clini a questo proposito ha fatto diverse ipotesi e in particolare ha previsto delle tasse regionali a favore della sostenibilità ambientale. Per il momento si può imporre un’addizionale sulle accise, ma si potrebbe arrivare anche ad una forma di federalismo fiscale con l’intenzione di trovare il denaro pubblico destinato alla salvaguardia dell’ambiente.
C’è comunque un’altra soluzione che può essere messa in atto: il credito d’imposta per le aziende che decidono di investire in iniziative per il risanamento idrogeologico.
Qualunque sia il rimedio che alla fine verrà adottato, è importante comunque agire e non restare con le mani in mano, in quanto il quadro del territorio in Italia in termini di rischio idrogeologico non fa sperare nulla di positivo.
Foto di Roby Ferrari