Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunitosi in India, ha dichiarato la Via Appia come patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Un altro importante riconoscimento per il nostro Paese. Il Comitato del Patrimonio Mondiale, che si è riunito a Nuova Delhi, in India, ha deciso di accogliere positivamente la candidatura della Via Appia inserendola nella Lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
La candidatura era stata promossa dal Ministero della Cultura, un processo a cui hanno partecipato le Regioni, le provincie, i comuni e le città metropolitane che attraversa quella conosciuta anche come Regina Viarum, ora divenuto il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. È stato già fissato nei prossimi giorni un evento celebrativo per l’importante riconoscimento.
Unesco, la Via Appia inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale: è il 60esimo sito italiano
La Via Appia, conosciuta anche come Regina Viarum (La Regina delle strade) e costruita dai Romani tra la fine del IV secolo a.C. e il III secolo a.C., è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
La decisione è arrivata in questi giorni nel corso della 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si è riunito a Nuova Delhi, in India. Il Comitato ha deciso, dunque, di valutare positivamente la candidatura della Via Appia che era stata promossa, per la prima volta, dal Ministero della Cultura italiano.
Alle spalle un intenso lavoro che ha visto la partecipazione delle Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, 13 Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 14 Parchi e 25 poli universitari italiane e straniere, ma anche rappresentanze locali, il Ministero degli Affari Esteri e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
La Via Appia diventa, dunque, ufficialmente il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco, un riconoscimento per il quale è stato già organizzato un evento celebrativo che si terrà mercoledì 31 luglio a Roma e vedrà coinvolti tutte le istituzioni coinvolte nel processo per la candidatura.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è detto soddisfatto ed orgoglioso per questo traguardo spiegando che l’Unesco ha colto “l’eccezionale valore universale di questa straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente”. Sangiuliano ha poi voluto complimentarsi con tutte le istituzioni e le comunità che hanno lavorato al processo per la candidatura.
Storia della Via Appia
Costruita dai romani, la Regina Viarum costituisce una delle più grandi opere ingegneristiche del mondo antico. Lunga circa 650 chilometri fungeva da collegamento per la gran parte dell’Italia centromeridionale e rappresentava il fulcro per le comunicazioni commerciali e le trasmissioni culturali e sociali. I lavori iniziarono nel 312 a.C. per volontà di Appio Claudio Cieco con l’obiettivo di agevolare lo spostamento delle truppe militari. Inizialmente venne realizzata per collegare la Capitale a Capua, poi venne prolungata sino a Brindisi. Un’opera, conservatasi nel tempo, e che è divenuta modello per la realizzazione delle successive opere urbane.