Come alcuni ingegneri sono riusciti a togliere via le microplastiche dalle spiagge in un lampo. Il merito è tutto di una invenzione davvero fantastica.
Via le microplastiche dalle spiagge in un lampo, come si fa? Con uno strumento che riesce ad unire la praticità di uso alla comodità ed alla velocità, per un risultato che però – non bisognerebbe mai dimenticarlo – va tutto a vantaggio dell’ambiente. Purtroppo le microplastiche sono arrivate dappertutto e nel corso degli ultimi anni si sono rivelate capaci persino di raggiungere le più alte vette dell’Himalaya. Parliamo di una media di 4-5 chilometri di altitudine rispetto al livello del mare.
E se si trovano persino lì sopra, figurarsi al mare, che è molto più vicino alle abitazioni ed alle attività industriali dell’uomo e quindi molto più preposto ad essere soggetto all’inquinamento. Le microplastiche derivano dal deterioramento dei consueti oggetti in plastica, che possono essere bottiglie ed altri involucri come anche altre cose di uso comune. L’attenzione è tutta proprio per quelle situazioni nelle quali le microplastiche possono essere ingerite, sia in maniera diretta che indiretta.
Via le microplastiche dalle spiagge, perché sono pericolose
Nel primo caso l’acqua contenuta in bottiglie di plastica può risultare con l’essere contaminata. Lo stesso accade però con la fauna ittica, che pure finisce con l’assimilare delle microplastiche per poi essere pescata e consumata a tavola da noi. Ed in generale per l’ambiente la loro presenza è assolutamente nociva e fortemente dannosa. Le microplastiche tendono ad accumularsi nell’organismo, e più nello specifico nei reni, nell’intestino e nel fegato, e possono causare delle condizioni anche gravi quali stress ossidativo, danni al metabolismo, infiammazioni e problemi anche all’apparato immunitario ed a quello neurologico. Ad affermarlo è l’Istituto Superiore di Sanità.
Ed ogni anno la quantità di microplastiche che va a finire nelle acque di mari, oceani, fiumi ed anche laghi è di ben 8mila tonnellate in media. Sono tutte quante di dimensioni minuscole, più piccole di un millimetro. Questo rende facile la loro introduzione nei sistemi digerenti di uomo ed animali. Tutto ciò che è plastica è dannoso, sia perché la stessa è inquinante sia per i residui minuscoli prodotti.
Come funziona Hoola One, è geniale
Ma per certi ambienti Hoola One può fare la differenza. Si tratta dell’aspirapolvere concepito apposta per dire addio alle microplastiche dalle spiagge. L’hanno inventata dodici studenti di ingegneria meccanica che studiano alla Università di Sherbrooke, in Canada. Dopo circa sei anni tra frase di progettazione, di realizzazione e di perfezionamento Hoola One è realtà. Questo macchinario è servito per depurare le spiagge delle Hawaii. La prima fase di prova pratica, durata due settimane, è servita per raccogliere più di cento chili di microplastiche.
Ed ora Hoola One nel frattempo è diventata una vera e propria startup, con tanto di marchio registrato e di brevetto ufficiale, oltre che con diversi dipendenti. Il costo di un singolo aspirapolvere è di 70mila dollari, ma chiaramente non si tratta di una tipologia ideata per la distribuzione al pubblico di massa. Il target di riferimento è costituito da aziende ed enti ufficiali, che possono provvedere alla pulizia del suolo sia pubblico che privato. In che modo è possibile dividere la sabbia aspirata dalle microplastiche? È semplice. Quest’ultime, restano in superficie in un serbatoio di acqua, mentre la sabbia ed il resto vanno sul fondo. A quel punto si rende necessario solamente filtrare il tutto ed è fatto.