Nel giro dei prossimi due anni, secondo il progetto presentato dall’università milanese, si dovrebbe ravere una quantità di riduzione delle emissioni di CO2 del 15% rispetto alle quantità attualmente registrate. Un modo per fare del bene all’ambiente e per provvedere allo stesso tempo alla messa in atto di progetti utili per la formazione.
La svolta ecologica della Bicocca di Milano inizia con un monitoraggio delle risorse e con la misurazione dei livelli di consumo energetico, un esperimento che è stato portato avanti nell’edificio U7 dell’ateneo. In particolare si è stilata una classifica dei luoghi dell’edificio che sono maggiormente responsabili di un impatto ambientale elevato.
Al primo posto c’è il sistema di aerazione, che forma il 37% delle emissioni di anidride carbonica, ma tra gli imputati troviamo anche il sistema di riscaldamento, di illuminazione, le infrastrutture di ricerca e le aule stesse.
Dalla misurazione della quantità di anidride carbonica prodotta, che corrisponde a quasi 1.700 tonnellate ogni anno, si è potuto creare un progetto specifico per il miglioramento della situazione, tenendo conto dei livelli di inquinamento e delle principali cause.
L’esperimento ovviamente viene adesso portato avanti in tutti gli altri edifici, dopo il test. Ma non si tratta dell’unico progetto a favore della tutela ambientale. Viene portato avanti un servizio di bike sharing all’interno della struttura universitaria e ci sono già dei sistemi di teleriscaldamento.
Nel corso dei prossimi anni saranno monitorati anche gli aspetti relativi alla raccolta differenziata e al recupero dei rifiuti e saranno portati avanti degli sconti per incentivare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, in modo da favorire la mobilità sostenibile.
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