Gli animali randagi non andrebbero toccati e la storia di questo uomo morso da un gatto per strada lo dimostra ma, per i medici, è stato anche un momento di ulteriore sorpresa quando l’uomo si è recato per un consulto in ospedale
Per molte persone si tratta di un istinto quasi naturale quello di provare ad avvicinarsi agli animali. Ma non solo agli animali che sono magari tenuti al guinzaglio, quanto anche a quelli che vagano, spersi o solo molto indipendenti, tra i giardini e nelle strade. La regola generale però vorrebbe che, a meno di non essere assolutamente sicuri di quello che si sta facendo e delle condizioni fisiche dell’animale, nessuno andrebbe toccato.
In parte perché l’animale potrebbe essere ferito e il contatto con l’essere umano potrebbe aggravare le sue condizioni fisiche ma in parte anche perché gli animali, e soprattutto quelli randagi, non sono spesso sottoposti a nessun tipo di controllo medico né vaccinazione e si trasformano quindi in portatori di molte malattie. Il caso però di questo uomo di circa 50 anni che è finito all’ospedale ha sconvolto tutto lo staff medico proprio a causa delle conseguenze del morso di un gatto incontrato per strada.
Come riportato da diverse testate locali inglesi, un uomo di 48 anni si è trovato a dover andare e tornare più volte dall’ospedale dopo essere stato morso per caso da un gatto randagio. Il primo incontro con i medici si è reso necessario qualche ora dopo che l’animale lo aveva morso alla mano e all’avambraccio. Entrambe le mani e i punti in cui il gatto aveva graffiato ed inciso la pelle stavano infatti diventando gonfi e l’uomo accusava anche dolore. Il trattamento medico che gli è stato somministrato al suo arrivo in ospedale è stato quello tradizionale in questi casi: antitetanica e prescrizione per antibiotici.
Ma purtroppo il giorno dopo l’uomo si è dovuto recare nuovamente presso lo stesso ospedale perché la situazione stava peggiorando e in particolare alcune dita delle mani continuavano a gonfiarsi risultando impossibili da articolare. I dottori hanno quindi dovuto cambiare strategia con tre tipologie diverse di antibiotici dati per endovenosa e l’asportazione chirurgica del tessuto attaccato dalla stranissima malattia che lo aveva colpito. Ma di che malattia si trattava? È questo quello che ha sconvolto i dottori.
Con l’intervento e gli antibiotici ad ampio spettro l’uomo è potuto guarire ma, come succede in questi casi, i medici non si sono limitati a registrare il successo delle cure ma hanno cercato anche di comprendere quale fosse l’origine della condizione medica del paziente. Prelevando dei campioni dai tessuti danneggiati che erano stati rimossi chirurgicamente, il personale medico si è reso conto di essere di fronte a un microrganismo simile allo streptococco ma diverso per almeno una parte del suo patrimonio genetico. Quello che i dottori si sono trovati davanti, grazie ad una serie di altri esami approfonditi, è risultato essere a appartenente alla categoria dei batteri Globicatella, pericolosissimi perché resistenti agli antibiotici. Il batterio è stato sottoposto a sequenziamento del genoma ed è il risultato essere addirittura una specie nuova e ancora mai documentata rispetto al Globicatella sulfidfaciens, al momento unico rappresentante di questa famiglia conosciuto. Questa esperienza molto dolorosa, ma per fortuna finita bene, è la dimostrazione di quanto ancora ci sia da scoprire nel mondo dei microrganismi e di quanto la ricerca scientifica debba lavorare soprattutto in quei casi in cui gli agenti patogeni risultano resistenti a tutte le cure conosciute dall’uomo.
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