Avere look personali e particolari, senza danneggiare il pianeta e il portafoglio è, diciamo la verità, obiettivo un po’ di tutti noi che amiamo guardarci allo specchio e trovarci sempre diversi senza l’assillo di acquistare ogni volta capi nuovi. Proprio per questo la tendenza green del momento è l’upcycling, ossia recuperare indumenti già esistenti e già posseduti per dargli una nuova vita, ma non come quella di prima bensì facendo un salto di qualità, in termini di materiali, di design e di creatività. Praticamente un upgrade. Qui vi mostriamo designer e brand che si stanno occupando di upcycling, affinché siano per voi fonte d’ispirazione.
Upcycling, non confondiamolo con il recycling
Hanno una parte del loro nome in comune “cycling” che significa in questa accezione “ciclo, serie, sequenza”, la differenza sta tutta nella prima parte. Con il recycling si indica il processo di trasformazione che porta al recupero di materiali di scarto per dargli nuova vita. Parlando di abbigliamento diremo che nel recycling i capi vengono riciclati mantenendo la loro funzione d’uso originaria, in un processo virtuoso in cui il ciclo di vita di un prodotto è circolare. Questo è per esempio il modello di Rifò, brand di Prato che realizza capi e accessori con fibre tessili e rigenerabili, trasformando vecchi indumenti in nuovo filato sostenibile.
Nell’upcycling invece un oggetto può assumere anche altre funzioni rispetto a quelle originarie, la creatività è molto più sviluppata e il manufatto diventa “altro” rispetto a quello originario.
Designer virtuosi con l’upcycling
Entriamo nel vivo dei designer che si stanno occupando di upcycling con Yekaterina Ivankova. Yekaterina viene dal Kazakhstan e si trasferisce in Italia nel 2000 per studiare moda. Il brand che porta il suo nome nasce nel 2017. Da sempre interessata alla sostenibilità e all’arte contemporanea ha avviato proprio recentemente una collaborazione con WRAD Living, già impegnato in tema ambientale con il progetto delle T-shirt sostenibili, per la realizzazione di nuovi capi partendo dalla trasformazione di indumenti già esistenti. Un modo anche per dare linfa al magazzino e vestendolo, è proprio il caso di dirlo, di nuovo. Giudicate voi stessi guardando questo video.
Jeans & upcycling, un binomio vincente
I jeans sono spesso protagonisti di progetti di upcycling, come è stato per esempio per la collezione Ecoalf Desigual, mettendo in piedi una collaborazione stilistica e creativa con rifiuti riciclati. Bottiglie abbandonate in mare e recuperate sui fondali, denim ricavato da jeans di seconda mano, nylon, lana e cotoni riciclati per un look urban da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Anche il colosso mondiale Levi’s si avvicina all’upcycling con un progetto con la designer milanese Marta Ferri, esperta di capi custom-made. Il risultato della collaborazione è un esclusivo abito da sposa in denim realizzato dalla lavorazione di 30 capi iconici Levi’s come la trucker jackets e il jeans 501. Di sicuro un abito che non passa inosservato.
Anche il lusso punta sull’upcycling
Anche il lusso attinge all’upcycling. Un esempio è la collezione Upcycled by Miu Miu che può contare su speciali pezzi vintage riciclati e rielaborati da Miu Miu. “Costruita intorno a capi d’epoca non firmati risalenti al periodo tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta, la collezione Upcycled by Miu Miu comprende 80 abiti unici e numerati“, leggiamo sul loro sito web. Il lusso delle lavorazioni prevede rifiniture su capi rimodellati e ripristinati, fatte interamente a mano, in perfetto stile iconico Miu Miu. In questo modo “la vita dei capi indossati e amati in passato viene prolungata, rinnovata, protratta, impreziosendo così i momenti delle donne che li indosseranno in futuro”. La collezione di pezzi unici è in vendita soltanto in 8 selezionate boutique in tutto il mondo. Ecco come Upcyling è declinato in termini di lusso.
Sostenibilità ed etica per il progetto Abitario
Tutti i capi Abitario sono improntati alla sostenibilità e all’etica. Il progetto, voluto dalla designer Denise Bonapace, è del tutto peculiare. Denise ha voluto costruire un team di persone con competenze diverse per ridare vita a capi spesso pre-esistenti e riconsegnarli al pubblico diversi, unici e artigianali. Neppure le etichette compaiono, la questione della taglia è del tutto relativa. Il corpo resta al centro dell’osservazione del modello.
Piuttosto i capi hanno un vero e proprio passaporto che racconta provenienza, lavorazione, progetto e c’è anche spazio per le note future. Nella collezione RicamaRiparaApplica maglie già usate vengono recuperate generando capi unici dal sapore onirico e dalla forte personalità. Un capo così di certo non si scorda.
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