Un nuovo studio ha lanciato l’allarme sugli effetti del Nino Atlantico, considerato il “fratello minore” di El Nino, che potrebbe intensificare la potenza degli uragani.
Il nostro Pianeta, ormai da anni, si trova ad affrontare sempre più frequentemente gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno mettendo a repentaglio la sua salute con inevitabili ripercussioni sulla popolazione mondiale.
Tra i fenomeni che stanno contribuendo a questa situazione anche El Nino che provoca l’innalzamento delle temperature oceaniche e di conseguenza quelle globali causando anche eventi climatici estremi come nubifragi, uragani e forti venti. Uno nuovo studio si è concentrato su un altro fenomeno molto simile noto come “Nino atlantico” o “fratellino di El Nino” che potrebbe provocare uragani più violenti.
Gli esperti dell’Atlantic Oceanographic and Meteorological Laboratory hanno analizzato quelli che potrebbero essere gli effetti del Nino Atlantico, un fenomeno atmosferico molto simile a quello più noto El Nino, lanciando l’allarme.
Il Nino Atlantico è un fenomeno, meno intenso e meno esteso rispetto al “fratello maggiore”, che provoca comunque un innalzamento delle temperature e burrasche di vento durante la stagione estiva. Secondo gli esperti, che stanno cercando una correlazione tra i due eventi climatici, come riporta la redazione di EuroNews, El Nino condiziona il “fratello minore” andando a riscaldare anche le acque dell’Atlantico e provocando anche uragani che potrebbero manifestarsi in modo più violento.
Nel dettaglio, la stragrande maggioranza degli uragani che colpiscono gli Stati Uniti e i Caraibi si formano nei pressi di Capo Verde, arcipelago dell’Africa occidentale nell’Oceano Atlantico. Queste perturbazioni, come evidenzia lo studio, viaggiando sulle acque surriscaldate dal Nino Atlantico assorbirebbero più energia diventando più potenti. Dunque, più l’oceano si surriscalda maggiore è la possibilità che gli uragani siano più violenti con conseguenze devastanti.
Già nei mesi scorsi, gli esperti del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), considerato il netto aumento delle temperature oceaniche, avevano previsto una stagione degli uragani, che solitamente dura da giugno a novembre, più intensa del circa 60%. Per questa ragione era stato raccomandato alle popolazioni e alle istituzioni delle aree soggette a questi fenomeni di prevedere un piano contro questi fenomeni.
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