Le punture di zecca possono trasmettere malattie virali potenzialmente mortali: di seguito una guida alla vaccinazione contro la TBE (o meningoencefalite)
In questo periodo dell’anno si sta riscontrando un elevato numero di casi di TBE (Tick Borne Encephalitis), la meningoencefalite da zecche che, come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, “è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale […] molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue“.
Niente di nuovo per chi frequenta i reparti: in questo periodo è fisiologico l’aumento di persone che la contraggono e ne manifestano i sintomi; non a caso è anche conosciuta con l’appellativo di meningoencefalite primaverile-estiva. É una delle principali patologie che può essere trasmessa dal morso di una zecca infetta: alcuni specialisti suggeriscono di riflettere sulla possibilità di sottoporsi alla vaccinazione contro la TBE. Cosa è necessario sapere?
La meningoencefalite da zecche, dopo un periodo di incubazione di 1-2 settimane, si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza (febbre, malessere, mal di testa e dolori muscolari). Un 5-20% di pazienti che l’hanno contratta, può manifestare un coinvolgimento neurologico permanente (10%) o persino morire (1%).
Nelle ultime settimane, complice lo spazio dato dai media alla proliferazione e ai conseguenti rischi della TBE, è aumentata la richiesta di accedere alla vaccinazione. Può quindi risultare utile fornire qualche informazione di massima per rispondere ai principali dubbi e quesiti.
Il vaccino contro la meningoencefalite da zecche è a virus inattivato. In Italia ne sono disponibili due tipi: Ticovac 0,25 ml (indicato in età pediatrica, per bambini e ragazzi con età compresa tra 1 e 15 anni) e Ticovac 0,5 ml (dai 16 anni in su).
Leggi anche: Zecche, tanti stanno finendo in ospedale: parla il direttore
La vaccinazione è raccomandata alle persone (adulti e bambini di età superiore a 1 anno) che lavorano o risiedono in aree rurali e boschive, nonché a tutti coloro i quali vi si recano per campeggio o per escursionismo.
Coloro i quali si mettono in viaggio è bene che ricordino che in Europa, negli ultimi anni, il maggior numero di casi di TBE si è registrato in Germania, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Repubbliche baltiche, Ungheria, Polonia e Svizzera; in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige per quanto riguarda il territorio italiano. L’iter vaccinale deve avere inizio almeno due mesi prima del viaggio, al fine di garantire al soggetto di avere almeno due dosi in corpo.
Leggi anche: Zecche: quando si rischia di trovarle nel letto
Sono necessarie tre dosi intramuscolari: la seconda viene inoculata a distanza di 1-3 mesi dalla prima; la terza in un arco di tempo che va dai 5 ai 12 mesi dalla precedente. Ulteriori dosi di richiamo vengono somministrate ogni 3-5 anni. Come per tutti i vaccini, non possono proteggere completamente tutti coloro i quali sono stati vaccinati.
Se necessario, si possono seguire dei regimi accelerati così cadenzati:
L’efficacia del vaccino supera il 90%. In alcune aree in cui la patologia è endemica (in Europa è il caso dell’Austria e della Germania) le campagne di vaccinazione hanno consentito di ridurre notevolmente il numero di casi. L’indicazione è di iniziare il ciclo vaccinale preferibilmente nella stagione autunnale/invernale in modo da essere adeguatamente coperti per la stagione estiva.
Gli effetti avversi sono quelli comuni a tutti i vaccini:
Seppur di rado, dopo la vaccinazione possono verificarsi reazioni allergiche gravi. Se compare uno di questi sintomi è necessario contattare immediatamente un medico:
Nelle donne in gravidanza, è consigliata massima cautela: dovrebbe essere inoculato solo se strettamente necessario (se il rischio di incorrere in morsi delle zecche è elevato o addirittura certo). Imprescindibile valutare il rapporto rischio/beneficio: non è noto se il vaccino o i relativi anticorpi vengano escreti nel latte materno durante l’allattamento.
Come ricorda l’ISS: “il vaccino anti-TBE somministrato a persone che assumono farmaci immunosoppressori, tra cui alte dosi di corticosteroidi, o sottoposti a radioterapia può dar luogo ad un’immunizzazione insufficiente“.
Non dovrebbe essere posticipata in caso di malattia acuta con febbre. Non dovrebbe essere somministrato a bambini di età inferiore a un anno. È inoltre controindicato in caso di:
Il proprio medico di famiglia è l’interlocutore al quale rivolgersi per conoscere le modalità di prenotazione della vaccinazione: variano infatti da regione a regione (in alcune può essere effettuata, senza ricetta, sul CUP online del portale web della propria regione, in altre è prima necessario contattare gli ambulatori vaccinali).
In numerose regioni italiane, soprattutto quelle in cui sono registrati il maggior numero di casi, la vaccinazione contro l’encefalite da zecca è gratuita o a prezzo agevolato (ad esempio 25 euro). La donazione di sangue dopo la vaccinazione è consentita. Qualora sia avvenuta dopo aver contratto la malattia, bisogna invece attendere un anno.
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…
E' scattato l'allarme nei confronti delle spezie più gettonate nella preparazione di dolci e piatti…