Sono già passati sei anni da quei terribili giorni in cui la valanga di Rigopiano uccise 29 persone sotterrando un hotel di neve. Facciamo un passo indietro nel tempo, andando a rivivere quegli attimi di disperazione.
Stiamo parlando della valanga che ha causato il maggior numero di morti di sempre sugli Appennini, la seconda più disastrosa per numero di morti in Europa dopo quella di Galtur nel 1999. Siamo nel Gennaio del 2017 e l’Italia affronta un’ondata di freddo e gelo assai rigida. Le nevicate abbondano sugli Appennini. L’Abruzzo si trova subissato da circa un metro e mezzo di neve anche nei centri abitati.
Tra il 17 ed il 18 Gennaio, il bollettino meteo classifica la pericolosità del clima con la cifra 4, in una scala da 1 a 5. Si legge infatti sul comunicato “Il manto nevoso è debolmente consolidato e per lo più instabile su tutti i pendii ripidi“. Le forti nevicate inoltre hanno reso impossibile spostarsi su numerose infrastrutture stradali. Tra queste c’è anche l’unica via di comunicazione che collega l’hotel Rigopiano – Gran Sasso Resort al resto della civiltà.
Sono le 16:48 e i clienti del resort si stanno godendo le loro vacanze invernali. La montagna però non vuole permettergli svaghi. Una valanga di neve e detriti di grandi proporzioni si stacca dal massiccio orientale del Gran Sasso incanalandosi nella Grava di Valle Bruciata. Il flusso di materiali raggiunge in brevissimo tempo la struttura che in un secondo si ritrovata sommersa da una mole astronomica di peso.
La valanga, grazie alla forza accumulata in fase di discesa, riesce a spostare di circa 10 metri l’hotel. Solamente un’ora dopo arriverà la prima chiamata riguardante la tragedia alle autorità competenti. L’incredulità dei soccorsi farà ritardare ulteriormente la marcia di approssimazione al luogo che avverrà solo interno alle 19.30 di sera. Al momento dell’impatto era presenti nel resort ben 40 persone, di cui 28 ospiti e 12 membri del personale. Nel disastro persero la vita 29 persone. Undici invece sopravvissero all’impatto, di cui 9 estratte dalla neve.
La magistratura, tramite la Procura di Pescara, ha da subito avviato le indagini per decretare le responsabilità dell’accaduto. I fattori d’esame furono principalmente due: il luogo della posizione della costruzione dell’hotel rispetto al pericolo valanghe e la tardività con cui i soccorsi sopraggiunsero sulla zona. Pochi mesi fa, nel Febbraio del 2023, il giudice nella sentenza di primo grado ha assolto 25 dei 30 soggetti sul banco degli imputati. Seguiranno sicuramente aggiornamenti nel corso dei prossimi mesi.
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